14 – L’Occhio di Traldar
GIORNO 6 FLAURMONT
Lo scontro con Morfyria era terminato. Il corpo della malvagia strega giaceva riverso a terra privo di vita mentre nella piccola sala si udiva solo il respiro affannato degli avventurieri. Era ora di uscire da quel luogo seppure celava ancora tanti misteri e segreti da svelare. Ma Liziano era accucciato in un angolo indebolito al punto di non essere in grado di muoversi, parlare o fare alcunché tanto era stato devastante il solo guardare la strega. E a Souane non era andata tanto meglio. La giovane traladariana poteva ancora camminare ma era talmente frastornata che non avrebbe potuto affrontare un altro scontro o una qualche altra situazione di pericolo.
Voran si carica Liziano sulle spalle e la compagnia esce finalmente dal sotterraneo. Una volta fuori a Senshu viene affidato il compito di caricarsi la statua degli elfi Vyalia rubata dai Pixie. Gli altri compagni, seppure non nelle condizioni del mago thyatiano e della barbara traladariana, erano indeboliti dall'incontro con la strega. Poi tutti quanti assieme si dirigono verso la spiaggia in attesa che Tobias li venga a prendere con la sua imbarcazione.
Lungo il tragitto vengono scortati da un nutrito gruppo di Pixie festanti mentre Mirosh invita gli avventurieri a raccontargli come erano riusciti a spezzare la malvagia magia che corrompeva l'Antica Dimora di Zirchev. E Keruin narra al giovane Veggente per filo e per segno quanto avevano vissuto da quando erano sbarcati sull'isola quella mattina fino all'arrivo dello stesso Mirosh.
La compagnia ha molte domande da porre al Veggente, ma le risposte vengono rimandate ad un momento ed un luogo più consono. Tobias giunge infine con la sua imbarcazione e una volta tutti quanti saliti a bordo la dirige nuovamente verso le sponde del lago con la vela gonfiata da un vento magico.
Senza incidenti e senza incontrare il 'mostro del lago', arrivano al cottage di Mirosh dove tutti quanti possono finalmente riposare tranquilli meditando su quella importante esperienza appena vissuta.
GIORNI 7-9 FLAURMONT

L'Occhio di Traldar
I giorni seguenti scorrono apparentemente lenti nel cottage e nei suoi dintorni. Le preghiere di Keruin rivolte a Petra investono di una pace ristoratrice i compagni che si rimettono velocemente dalle ferite e dalle fatiche subite sull'isola.
Con più calma e con la mente lucida gli avventurieri tornano a raccontare a Mirosh gli accadimenti sull'isola. Il ritrovamento dell'Antica Dimora e la discesa nei suoi sotterranei; la rottura dello Specchio e la scoperta che quello è un potente Luogo Magico; le Visioni avute e in fine lo scontro con Morfyria.
Come tutta risposta il giovane Veggente mostra alla compagnia una gemma color giallo arancio, dalle dimensioni di un uomo di gallina, incastonata in un artiglio di drago di oro rosso. Lo stesso manufatto che gli avventurieri avevano potuto osservare nella loro Visione. Mirosh lo presenta loro come l'Occhio di Traldar. L'unico dei due artefatti creati da Zirchev giunto fino a lui attraverso i secoli tramandatosi di Veggente in Veggente. L'altro Occhio invece perso, forse, con la morte del Veggente Elyas come visto da Voran nella sua personale Visione.
Seebo e Conner chiedono a Mirosh quali sono i poteri di questi artefatti, e il giovane risponde che quello in suo possesso conferisce capacità divinatorie mentre non è in grado di rispondere sull'altro. Poi il Veggente fa dono ad ogni membro della compagnia di un oggetto incantato come ricompensa e ringraziamento per la liberazione dell'Antica Dimora di Zirchev. Delle Verghe Metamagiche per Liziano, Seebo e Keruin; un Monocolo dell'Individuazione per Conner; un Fermaglio dello Scudo per Senshu; una Faretra delle Frecce Infinite per Voran; e dei Guanti del Potere Orchesco per Souane.
Terminati i ringraziamenti Mirosh fa poi una richiesta: che Traldarian rimanga sulle sponde dal Lago dei Sogni Perduti. Non era una normale spada magica. Era stata creata appositamente per uno scopo ben preciso: difendere l'ancestrale terra di Traladara dalle orda di non morti viste da Elyas nei suoi sogni. Il giovane Veggente riteneva che sarebbe stato meglio che la spada rimanesse con lui in modo da poterla studiare e comprendere come liberarne i poteri nascosti. Per poi istruire colui che l'avrebbe brandita il giorno in cui si sarebbe presentato il momento. Voran, avendone già parlato negli ultimi giorni con i compagni durante le lunghe ore di marcia attraverso la foresta, manifesta apertamente la sua intenzione di volersi fermare nella Foresta Dymrak per combattere la minaccia goblin che tormenta le sparute comunità traladariane troppo lontane dalla protezione delle forze del Granduca Karameikos. Ma non prima di aver adempiuto agli impegni già presi, assieme ai suoi compagni, di portare i cavalli dei Sukiskyn a Rifflian e i resti di Huerin Olanov dai nipoti a Kelvin per una degna sepoltura.

Keruin, Mirosh, Liziano e Voran
Forse a malincuore, il ranger decide di lasciare Traldarian al Veggente ritenendo comunque giusta quella richiesta. Se mai il destino lo avesse voluto un giorno sarebbe tornato ad impugnare quell'antica lama per proteggere le genti di Traladara. Anche Keruin e Conner sono d'accordo con quella scelta. Mirosh li ringrazia ancora e accoglie con entusiasmo la possibilità di un loro futuro trasferimento sulle sponde del lago. Avrebbero potuto collaborare e chissà, diventare anche amici. Il giovane Veggente preannuncia che Veralya li avrebbe a breve incontrati e vista la loro intenzione di recarsi al villaggio elfico di Thayrn per portare a Goriidell la statua che gli era stata rubata dai Pixie chiede di consegnare una sua ambasciata agli elfi. Dovevano essere messi al corrente che l'Isola del Lago dei Sogni Perduti era stata finalmente liberata dalla malvagia maledizione che l'affliggeva. Alla richiesta di Keruin su come fosse la via che conduceva a Thayrn, Mirosh risponde che era selvaggia e non priva di pericoli. In quella parte della foresta non vivevano le Streghe, ma un' ampia area sulle sponde meridionali del lago erano percorse ed abitate dai goblin e soprattutto il Veggente sapeva che, da qualche parte nascosta, si trovava la tana di Argos il Grande Drago Verde. Sarebbero stati così sfortunati ad incontrarlo? Voran si augurava proprio di no mentre i compagni si scambiavano risolini nervosi.
Nella loro permanenza al cottage di Mirosh, Seebo e Liziano hanno la possibilità di studiare su alcuni libri magici che questo mette loro a disposizione. E dopo che la compagnia mostra i resti dello Specchio che avevano rotto infrangendone la malvagia magia che da esso emanava, il Veggente, dopo averlo studiato qualche giorno, è in grado di spiegare agli avventurieri che quello era un antico artefatto chiamato Specchio della Corruzione. Creato dalle Streghe di Dymrak su indicazione dei tre malvagi immortali Orcus, Leptar e Demogorgone, si alimentava con la magia del Luogo Magico per emanare i suoi malefici effetti che andavano ad Annientare la Moralità di coloro che entravano nell'area attorno all'Antica Dimora.
La compagnia pone tante altre domande al giovane Veggente su Elyas, su la Montagna che lo aveva schiacciato e sull'altro Occhio di Traldar perduto, ma Mirosh non è in grado di rispondere oltre a quanto già raccontato loro. La ricerca di nuove conoscenze richiedeva tempo ed energie e lui era ormai da solo. Coglie così l'occasione per rivolgere un invito velato agli avventurieri ad aiutarlo. C'era ancora tutto da scoprire su Traldarian e sul luogo in cui la tradizione voleva che il suo creatore era stato ucciso schiacciato dalla Montagna. Forse insieme all'Occhio di Traldar perduto, come visto da Voran nella sua personale Visione.
E a proposito di Elyas e dell'Occhio di Traldar racconta ancora un'altra storia della tradizione dei Veggenti. La storia di Trinkla la Veggente Nera. Una giovane e capace apprendista, vissuta molto tempo prima di Elyas, che tradì il Veggente dell'epoca rubando uno degli Occhi di Traldar. Proprio quello dall'Opale Nero. Trinkla si rifugiò lontano, nella Palude Funesta e lì venne poi conosciuta con il nome di Veggente Nera. Quando in fine morì, l'Occhio di Traldar venne sepolto dai suoi apprendisti con lei nella sua tomba nella palude e solo molto tempo dopo, quando Elyas divenne Veggente, questo vi si avventurò con successo riuscendo a recuperarlo.
E la mattina del 9 Flaurmont si presenta al cottage di Mirosh la Regina Veralya con un suo seguito di fate e folletti tra lo stupore degli avventurieri che pensavano di venir convocati di notte al circolo delle pietre dove già erano stati. I compagni possono notare la presenza di Tobias, il sidhe che li aveva condotti prima sull'isola e poi riportati a casa con la sua imbarcazione. E anche dell'eccentrico Hsiao di nome Tuk-Tuk, amico del giovane Veggente, appollaiato sul tetto del cottage. Nel cortile antistante la dimora di Mirosh, vicino al piccolo stagno, la Regina ringrazia personalmente gli avventurieri per aver spezzato la malvagia magia corruttrice che affliggeva l'isola e le fate che vi dimoravano. Non era per nulla scontato il successo di quell'ardua impresa. Ne tanto meno la disponibilità che la compagnia aveva dato nell'andarvi in contro. Seppure questa era stata data in cambio della magia per annullare gli effetti della pietrificazione di Seebo e Conner. Ma per la Regina il coraggio e la lealtà ai propri compagni dimostrata erano qualità che non sempre si trovavano tra le razze mortali. Ad un suo cenno alcuni Brownie si avvicinano a lei e agli avventurieri portando con loro una grossa cassa di legno rinforzato. Veralya la apre e dal suo interno prende e porge un dono a ciascuno dei compagni. Un paio di Stivali Elfici per Liziano, un Cappello del Camuffamento per Seebo, una Cappa del Saltimbanco per Conner, un Fodero Incantato per Souane, una Borsa Conservante per Senshu, un Cucchiaio di Murlynd per Keruin e un Braccialetto dell'Amicizia per Voran. Gli avventurieri la ringraziano per quei doni e poi colgono l'occasione per raccontarle quanto avevano visto e vissuto sull'isola e porgerle alcune domande. Voran le racconta delle Visioni che avevano avuto ed in fine le chiede se poteva essere lei la fanciulla fatata dai capelli dorati. Veralya conferma agli avventurieri la sua partecipazione alla creazione di Traldarian assieme ad Elyas il quale voleva lasciare un'arma da utilizzare contro la minaccia non morta vista nei suoi sogni premonitori. La Regina delle Fate aggiunge che dei rituali sono necessari per liberarne i poteri non conoscendone però quanti e quali essi siano. Tranne l'ultimo che dovrà essere officiato insieme a lei quando tutti quelli precedenti saranno stati eseguiti. Del suo rituale non rivelerà nulla fino a quel momento. Senshu le chiede chi in quel momento potrebbe possedere le conoscenze riguardanti gli altri rituali, ma Veralya scuote la testa dichiarando di non avere idea di chi possa averle.
Voran allora chiede a Veralya cosa può raccontare loro del manufatto dall'Opale Nero che hanno visto nella Visione. La Regina delle Fate si limita a confermare, non aggiungendo altro, che si tratta di uno degli Occhi di Traldar creato da Zirchev durante la sua vita mortale come strumento per vegliare e proteggere non solo i traldariani, ma anche gli elfi, le fate e le razze silvane di cui era diventato grande amico e protettore.
Seebo poi chiede chi sia la fanciulla fatata dai capelli d'argento sempre vista nella Visione. Veralya rivela allo gnomo che il nome della fata è Argenta, ed è la Principessa di un piano di esistenza chiamato Haven. Keruin ne ha sentito già parlare e riferisce ai compagni che alcune leggende raccontano di un luogo creato dagli immortali Halav, Petra e Zirchev come rifugio per chi è in fuga da grandi pericoli o come premio per coloro ritenuti meritevoli dalla Triade Traladariana. Ma nulla di più che delle leggende...
La conversazione con la Regina delle Fate, volge al suo termine, e questa assieme alla sua piccola corte si congeda allontanandosi dal cottage del Veggente ringraziando ancora gli avventurieri. Ma ancora rimane Tuk-Tuk rimasto silenzioso per tutto il tempo. Su invito di Mirosh inizia a raccontare una storia riguardante Traldarian. Narra agli avventurieri che la sua famiglia è stata per lunghissimo tempo custode di alcuni libri a loro affidati direttamente da un Veggente di nome Liorllal. In alcuni di questi libri, racconta l'Hsiao, gli è stato riferito che sarebbe stata menzionata la spada. Purtroppo in passato la sua famiglia è stata costretta ad abbandonare la propria dimora, un grosso nido sulla cima di un grande albero al centro del Dymrak, e con essa anche i libri ivi custoditi. Se non trafugati o distrutti, questi libri potrebbero trovarsi ancora lì.
Mirosh interviene, rivolgendosi agli avventurieri, sottolineando che quella sarebbe potuta essere una pista da seguire qualora avessero voluto aiutarlo a scoprire e svelare i segreti di Traldarian. La tentazione per tutti è forte, ma Keruin richiama tutti alla realtà. Avevano troppi impegni già presi che dovevano in un modo o in un altro cercare di concludere prima di gettarsi in quell'avventura. Forse in futuro avrebbero potuto occuparsene...
Così Conner chiede al giovane Veggente se è in grado di aiutarli a rintracciare Stephan, l'uomo di Sukiskyn rapito dai goblin con il quale avrebbero dovuto condurre i cavalli dalla fattoria fino a Rifllian. Mirosh da la propria disponibilità anche se, a malincuore, non garantisce sulla riuscita...
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