4 – Nuovi Volti al Guado

GIORNO 10 KLARMONT

L'aria era intrisa della tensione che segue uno scontro violento, un misto acre di terra smossa e l'odore metallico del sangue. Intorno alla diga degli Uomini Lucertola, il piccolo gruppo di Ryania faticava a riprendersi. La lotta era stata brutale; avevano assaltato l'imponente ostruzione che bloccava il fiume Tuman, costruita da quelle bestie squamose che avevano schiavizzato umani e goblin. Il gruppo era riuscito a mettere in fuga i lucertoloidi, liberando i prigionieri, ma la vittoria era stata pagata a caro prezzo. Due dei loro compagni erano caduti, vite spezzate nel fango ai piedi della diga.
Mentre il respiro affannato si calmava e l'immediato pericolo sembrava cessato, i sopravvissuti si occuparono dei feriti. Karamoth, era tra i più gravi, debilitato dal veleno del grosso Rospo affrontato durante l'assalto. I suoi compagni si affrettarono a improvvisare una barella con il legname recuperato sul posto. In breve fu completata. Mentre sistemavano il druido sulla barella di fortuna, una delle guardie liberate si chinò sui corpi dei compagni caduti.
Poi, un grido di sorpresa spezzò la quiete macabra. "Ma uno dei nostri è ancora vivo!" disse una delle due guardie. Con rinnovato vigore, indicò il soldato che giaceva immobile. "Lo porteremo via con noi!" aggiunse, e insieme al compagno iniziarono a caricarsi il corpo ferito sulle spalle.
Il piccolo eterogeneo gruppo segnato dalla battaglia e appesantito dai feriti, si ritirò dalla diga, risalendo il letto quasi prosciugato del Tuman. Il loro obiettivo era la radura al Guado di Rodov, un luogo che speravano offrisse un riparo temporaneo e la possibilità di recuperare le forze. La marcia era lenta, resa ancor più difficile dal peso dei corpi e dalla precarietà delle condizioni di Karamoth e della guardia recuperata.
Finalmente, dopo un faticoso cammino, raggiunsero la radura. Lì li attendevano le altre guardie di Ryania, Boris e Irina, insieme alla figura eterea e sofferente della driade Rillafer. Il luogo era familiare, segnato dalla precedente interazione con la driade che aveva richiesto il loro aiuto. L'arrivo fu accolto con apprensione dalle guardie rimaste.
Una delle guardie in attesa si fece avanti con urgenza. "cosa è successo? Dove sono gli altri? E il Capitano?" chiesero Boris e Irina quasi all'unisono, correndo incontro al gruppetto esausto.
Fu Cartu, la giovane guardia che aveva accompagnato i tre avventurieri, a farsi avanti per raccontare gli eventi con un'espressione determinata sul volto. Spiegò l'assalto alla diga degli Uomini Lucertola, indicando i compagni che erano stati prigionieri insieme ai goblin, costretti a lavorare alla costruzione dell'imponente ostruzione. Riferì come fossero riusciti a mettere in fuga le bestie, ma anche della perdita di due compagni durante il combattimento. Concluse con un monito inquietante: i lucertoloidi sconfitti sarebbero potuti tornare.
Le guardie liberate aggiunsero dettagli sulla sorte del loro comandante. "Siamo rimasti vivi solo noi, e il Capitano è stato fatto prigioniero e portato via" spiegarono, confermando che il loro Capitano non era tra i caduti né tra i liberati. Riguardo al luogo dove era stato portato, un posto che i lucertoloidi chiamavano "il Grande Albero", ammisero: "Il grande Albero non sappiamo esattamente quanto è lontano. Non ci siamo mai stati".
Nella quiete della radura, i feriti più gravi ripresero lentamente i sensi. Karamoth emise un rantolo gutturale, un suono debole che indicava il suo stato critico, ma la consapevolezza era tornata. Anche Rillafer, la driade, si svegliò, visibilmente debole e sofferente. Con un filo di voce, chiese cosa fosse accaduto.
Zoran prese su di sé il compito di aggiornarla. Le spiegò che avevano risalito il fiume e scoperto la causa della siccità: degli Uomini Lucertola avevano costruito una diga a monte, usando prigionieri umani e goblin come forza lavoro. Le raccontò del combattimento con quegli umanoidi per liberare i prigionieri, ma che non erano stati in grado di distruggere la diga a causa delle condizioni del gruppo, con Karamoth e una delle guardie di Ryania gravemente feriti. Per questo erano tornati indietro. Le loro intenzioni, le spiegò Zoran, erano quelle di raggiungere Ryania il giorno seguente per far curare i compagni e radunare un gruppo più numeroso e forte per affrontare gli Uomini Lucertola e abbattere la diga.
Rillafer ascoltò con attenzione, la sua bellezza eterea era velata dalla sofferenza. "Capisco... quello che avevo da offrirvi in aiuto , ve l'ho dato..." disse, riferendosi probabilmente alle pozioni di Pelle Coriacea che aveva donato al gruppo in precedenza. Continuò, la sua voce debole ma urgente: "Posso solo consigliarvi di portare con voi anche Boris e Irina in un assalto alla diga. La mia sicurezza personale è comunque inutile, se il corso del fiume non viene ripristinato...". La sua richiesta era chiara: la priorità era la diga, la sua stessa sopravvivenza e quella delle altre fate del fiume dipendeva dal ripristino del flusso d'acqua. Con un sospiro carico di debolezza, la driade concluse: "Poi... Come volete voi... C'è solo poco tempo...", lasciando intendere la gravità della sua condizione e l'urgenza della situazione.
La radura si trasformò in un bivacco di fortuna. I feriti vennero sistemati per riposare. Karamoth, pur avendo ripreso i sensi, era in uno stato inabile, incapace di muoversi o agire autonomamente, e avrebbe richiesto molti giorni per riprendersi da solo. Anche Rillafer era debole e necessitava di riposo.
La discussione su come procedere continuò tra i membri del gruppo che erano ancora in grado di agire: Zoran, Lirithion, Cartu, Boris, Irina e le altre due guardie liberate. Le opinioni divergevano. Alcuni, come Zoran, ritenevano fondamentale tornare a Ryania per ottenere cure adeguate per i feriti e radunare rinforzi. La distanza da Ryania era quasi una giornata di cammino, e con i feriti il viaggio avrebbe richiesto probabilmente una giornata intera. Altri, come Lirithion, consideravano l'idea di nascondersi nella foresta e inviare qualcuno veloce a cercare aiuto o depistare i lucertoloidi. Karamoth, nonostante il suo stato moribondo, partecipava al dibattito con suggerimenti, sebbene la sua voce fosse debole e i suoi pensieri a volte sembrassero deliranti a causa delle ferite.
Cartu, concentrato sulla sorte del Capitano Daru, espresse il suo parere: "come volete... ma se vogliamo provare a salvare il Capitano, a me non pare la migliore soluzione quella di tornare a Ryania", volgendosi poi verso il sentiero che portava a sud, verso la diga. Suggerì di recuperare le forze dove si trovavano per poi ripartire all'attacco. "Io recupererei le forze qui, per poi ripartire all'attacco!" disse con entusiasmo. Argomentò che andare e tornare a Ryania avrebbe fatto perdere tre giorni, troppo tempo sia per la driade che per il Capitano. Sosteneva che con un altro giorno e un'altra notte di riposo, forse sarebbero stati in condizione di affrontare nuovamente la diga e i lucertoloidi.
Il dibattito si trascinava. La fretta di agire per salvare Rillafer e il fiume si scontrava con la necessità di curare i feriti e la prudenza di non affrontare i lucertoloidi in condizioni sfavorevoli. Lirithion, propose di effettuare una ricognizione all'accampamento degli Uomini Lucertola per valutare la situazione. Nonostante le obiezioni dei compagni decise di partire da solo.
Lirithion si mosse con la cautela che gli era propria, dirigendosi verso sud lungo il letto asciutto del fiume Tuman, in direzione della diga e dell'accampamento delle creature. La sua missione era osservare, capire se i lucertoloidi fossero tornati o si stessero riorganizzando. Prima di partire, cercò di rassicurare il gruppo, affermando che sarebbe tornato prima di sera e che, in caso contrario, il piano di ripiego restava andare a Ryania per cercare rinforzi.
L'elfo raggiunse la zona della diga. Sopra di essa quattro figure lucertoloidi si aggiravano esaminando apparentemente la loro opera. Lirithion procedette oltre, cercando di non essere visto, raggiungendo l'accampamento. Una volta giunto lì esaminò l'area. Il campo sembrava abbandonato. Lirithion controllò attentamente le tende e i dintorni. Non c'era nessuno. Le tende erano vuote. In una di esse trovò una scatola in avorio intarsiato con un drago e, al suo interno, una clessidra in argento con polvere celeste. Tentò di valutarla, ma la sua conoscenza non fu sufficiente a determinarne la natura. Sicuramente era un oggetto prezioso bottino di chissà quale razzia passata degli Uomini Lucertola.
Nel frattempo, al Guado di Rodov, la notte trascorse relativamente tranquilla. I membri del gruppo si organizzarono per i turni di guardia mentre i feriti, Karamoth e la guardia, riposavano sotto il Grande Salice, troppo deboli per fare altro. Zoran si offrì per il primo turno, poi Cartu, seguito da Irina con l'altra guardia, e infine Boris. Lirithion tornò a notte inoltrata raccontando quanto aveva avuto modo di scoprire. Poi anche lui si ritirò per riposare.

GIORNO 11 KLARMONT

                     Teodor cura Karamoth

Il giorno seguente, mentre il gruppo si preparava ad affrontare la giornata e a prendere una decisione definitiva, due figure fecero la loro comparsa. Si trattava di Teodor, un giovane sacerdote di Halav, e di Tryx, un guerriero. Le guardie, Zoran, Lirithion e Karamoth riconobbero subito il volto dei due nuovi arrivati, anche loro provenienti da Ryania.
Avvicinandosi al gruppo, Teodor si presentò. "il mio nome è Teodor, e lui è Tryx, siamo qui per conto di Sir Roderick." disse, forse un po' allarmato dall'atteggiamento aggressivo con cui Lirithion era andato incontro loro. Poi notò la figura esile e sofferente di Rillafer ai piedi del salice. La bellezza e la grazia della driade lo colpirono profondamente, nonostante il suo stato di prostrazione. Non poteva che essere una fata. Le rivolse un saluto un po' goffo.
Poi, rivolse la sua attenzione a Karamoth, il druido ferito. Lo scrutò attentamente, esaminò le sue ferite. Quindi, chiuse gli occhi e si concentrò. La Ballata di Re Halav risuonava nella sua mente. Mormorò una preghiera, compiendo i gesti rituali che invocavano l'intercessione di Halav per la guarigione del suo compagno. Sentì il potere del dio immortale pervaderlo, una sensazione che ancora lo sconvolgeva, ma che dominò con disciplina. Pose le mani sulla fronte di Karamoth, scandendo le ultime sillabe della preghiera con tono più alto e autorevole. In questo modo, Teodor invocò la sua magia curativa, lanciando un incantesimo di Cura Ferite Leggere sul druido. Il potere divino agì, rimarginando parte delle profonde ferite di Karamoth.
Grazie alle cure del chierico, lo stato di Karamoth migliorò leggermente. Sebbene ancora gravemente ferito non era più in pericolo di morte imminente e poteva ora muoversi, anche se con grande difficoltà.
Con l'arrivo di Teodor e di Tryx, e il leggero miglioramento di Karamoth, il gruppo alla radura si era fatto più consistente e si era rinvigorito. La discussione sul da farsi riprese.
Teodor e Tryx, pur non avendo ancora il quadro completo della situazione, compresero l'urgenza. Nonostante la lunga marcia e la stanchezza, il chierico di Halav volle sottolineare la sua partecipazione all'azione imminente. "Il quadro completo della situazione ancora mi sfugge, ma capisco che sono giunto in un momento in cui si richiede un'azione rapida." disse. Ammise la sua preferenza per non dividere le forze, ma si adeguò al piano elaborato da chi aveva già affrontato i lucertoloidi. Espresse chiaramente la sua necessità di essere nel drappello d'assalto, dato che non possedeva armi da lancio come balestra o arco. Concluse il suo intervento suggerendo di tenere d'occhio le acque del bacino della diga, come aveva suggerito Karamoth.
Il piano per affrontare i lucertoloidi rimasti alla diga fu finalizzato. Basandosi sulla ricognizione di Lirithion e sulla necessità di agire rapidamente data l'urgenza di Rillafer e delle fate, decisero di attaccare i quattro uomini lucertola che si trovavano ancora sulla diga. Avrebbero impiegato una strategia a tenaglia, dividendosi in due gruppi per prenderli tra due fuochi.
La divisione dei gruppi fu concordata. Un drappello si sarebbe posizionato a valle della diga, lungo il sentiero, in posizione più visibile, agendo da esca. L'altro drappello si sarebbe mosso a monte della diga, nascosto nel bosco, per attaccare i lucertoloidi alle spalle e impedire che potessero fuggire e dare l'allarme.
Zoran e Lirithion discussero rapidamente la composizione dei gruppi. Poi Karamoth riassunse la disposizione proposta: a valle, come esca, si sarebbero posizionati Zoran, Lirithion, Cartu e due delle guardie di Ryania liberate il giorno prima. A monte della diga, nascosti nel bosco, sarebbero rimasti tutti gli altri per l'attacco alle spalle e per impedire fughe: Teodor, Karamoth, Tryx, Irina e Boris.
Con il piano definito e i gruppi assegnati, non restava che partire. Lasciarono la radura, dirigendosi nuovamente verso sud lungo il fiume Tuman, decisi ad affrontare le rimanenti bestie squamose e distruggere finalmente l'ostruzione che minacciava la vita del fiume e delle sue creature. La battaglia per ripristinare il Tuman era lungi dall'essere finita, ma ora avevano un piano e la determinazione di portarlo a termine.

Posted on 11 Maggio 2025 in Articoli,Avventura 1,la compagnia del tranello by Marbon

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