3 – Assalto alla Diga Maledetta
GIORNO 10 KLARMONT
L'aria era pesante lungo il letto prosciugato del fiume Tuman. I quattro compagni avanzavano con cautela, l'eco dei loro passi sui ciottoli secchi rompevano quel silenzio innaturale mentre si avvicinavano cautamente all'esile figura femminile che si trovava adagiata sulla roccia nel letto del fiume. Questa si rivelò essere una Nixie, che si presentò loro con il nome di Tuarell. Era allo stremo delle forze. Spiegò che il fiume, cinque albe prima, si era ritirato, intrappolandola assieme alle sue sorelle in uno stagno poco distante. Come se non bastasse era arrivato poi un orso che aveva iniziato a minacciarle cacciando in quelle acque poco profonde dove loro si erano ritrovate confinate. Lei si era allora allontanata dallo stagno in cerca di aiuto. Con un filo di voce implorò gli avventurieri di scacciare l'orso dallo stagno. Tuarell era ormai disidratata e in uno stato di semi incoscienza.

Karamoth e l'Orso
Gli avventurieri decisero di aiutarla. Si avvicinarono allo stagno che si trovava a qualche centinaio di metri. Lì trovarono un orso nero che dormiva tra due grossi massi. Karamoth si avvicinò cautamente con gli altri tre suoi compagni poco indietro pronti ad intervenire. Una volta che l'orso si svegliò, con le sue capacità da druido riuscì a comunicare con l'animale intimandogli di allontanarsi dallo stagno e di andare a mangiare da qualche altra parte. L'orso, pur contrariato ma intimorito dalla gestualità e dai versi del druido, lentamente si allontanò dallo stagno delle Nixie.
Delle piccole fate dell'acqua esultanti, si mostrarono agli avventurieri ringraziandoli per aver mandato via l'orso. Poi pregarono gli avventurieri di riportare loro la sorella Tuarell. Ascoltando le suppliche delle nixie, gli avventurieri presero la decisione di tornare indietro da Tuarell, accantonando l'idea di riprendere immediatamente a seguire il corso asciutto del fiume.
La nixie era debole, in uno stato di semi incoscienza, le forze la stavano abbandonando rapidamente. Trasportarla a braccia su quel terreno insidioso sarebbe stato difficile. Decisero quindi di costruire una barella di fortuna. I quattro compagni si diedero da fare, cercando legname e utilizzando le corde che avevano a disposizione. Non ci misero molto; una volta terminata, sollevarono il corpo di Tuarell e lo adagiarono sopra. Poi si diressero nuovamente allo stagno dove le altre nixie attendevano con ansia. Queste uscirono dall'acqua incontro agli avventurieri e alla loro sorella priva di sensi. Voci concitate li esortavano: "Presto! Fate Presto!". Più velocemente possibile, presero il corpo della fata e lo immersero nell'acqua stagnante, nella speranza che la nixie si riprendesse. Karamoth provò ad esaminare il corpo di Tuarell, cercando di capire come aiutare la piccola fata, ma la natura fatata della nixie era profondamente diversa da quella degli umani. Il druido poté solo limitarsi a sperare che l'acqua, l'elemento naturale a cui le quelle fate erano legate, operasse il miracolo. Le nixie ringraziarono gli avventurieri per aver riportato la loro sorella e per aver scacciato l'orso, e offrirono loro delle perle di fiume in segno di riconoscenza.
Zoran rivolgendo lo sguardo a monte del fiume chiese : "Potete darci qualche informazione su quello che potremmo incontrare? Qualsiasi cosa abbiate notato in questi giorni, anche se non vi sembra importante, potrebbe rivelarsi preziosa per affrontare la minaccia che ci attende". Le nixie confermarono che degli Uomini Lucertola e i Goblin avevano ostruito il fiume, e che nei giorni precedenti anche degli umani erano passati lungo il fiume guidati da una fata che loro però non avevano mai visto prima.
Gli avventurieri, lasciata la piccola comunità di fate acquatiche, ripresero il cammino risalendo il fiume prosciugato avanzando lungo il sentiero che lo costeggiava. Dopo un po' avvistarono la causa del problema. Era una imponente ostruzione di tronchi, massi e fango, alta circa sei metri sopra il letto del fiume e altrettanto larga.
Gli avventurieri si nascosero rapidamente, infilandosi tra i cespugli e gli alberi alla loro sinistra. Da quel punto, iniziarono a scrutare la situazione con attenzione. "Vedo una quindicina di figure," disse Zoran dopo aver osservato attentamente l'area. "Di queste almeno cinque sembrano uomini lucertola e cinque sembrano umani. Gli ultimi cinque sono piccoli, ma non saprei dire... Forse goblin, ma da qui non li vedo bene".

L'Uomo Lucertola e gli schiavi
Gli Uomini Lucertola erano sudici e brutali. Il loro capo era un esemplare particolarmente grosso che urlava ordini ai prigionieri umani e goblin, costringendoli a lavorare alla realizzazione della diga. Cartu riconobbe nei prigionieri umani le guardie di Ryania suoi compagni. La diga era imponente, alta circa sei metri sopra il letto del fiume e altrettanto larga. L'acqua filtrava a stento attraverso l'ostruzione di fango, tronchi e sassi.
Un senso di urgenza pervase il gruppo. Dovevano intervenire. Liberare le guardie, fermare gli Uomini Lucertola, e capire come abbattere quella mostruosità che bloccava il fiume.
"Penso che dovremmo concentrarci sugli uomini lucertola," continuò Zoran, "sperando che i prigionieri goblin non si uniscano a loro". Riflettendo sulla posizione elevata dei lucertolidi, aggiunse: "Avvicinarsi potrebbe essere rischioso, potremmo provare a colpirli con delle frecce ed attirarli giù... Non vorrei combattere dandogli il vantaggio di stare in alto ...".
Karamoth, scrutando la diga, sentì una frenesia di intervenire, ma si rese conto del pericolo. Erano solo in quattro. "Sicuramente se riusciamo a liberare i cinque uomini potranno aiutarci," disse il druido "ma i goblin sono una incertezza... dobbiamo farci venire un'idea!". Fu deciso così un piano. Lirithion si sarebbe mosso per creare un diversivo spostandosi sull'altro lato del fiume. L'idea era di appiccare un piccolo fuoco nel bosco lì vicino per distrarre gli Uomini Lucertola. Una volta partito il fumo, sperava di tornare indietro prima di essere notato. Non era sicuro di riuscirci, e creare un vero fuoco poteva essere difficile con il legno umido del fiume, ma il bosco fitto e con l'abbondante presenza di sottobosco avrebbe goduto di una buona copertura. "Prenditi tutto il tempo che ci vuole" si raccomandò Zoran prima che l'elfo si allontanasse. I tre compagni videro Lirithion attraversare prima il letto fangoso del fiume e poi scomparire nella boscaglia che si trovava dall'altro lato.
Lirithion si addentrò nel bosco fitto, dove nessuno avrebbe potuto notarlo, e accese un fuoco. Un filo di fumo iniziò ad alzarsi sopra gli alberi della foresta. L'attesa era snervante. Poi, d'un tratto, il grosso Uomo Lucertola notò il fumo e lanciò un qualche ordine nella sua lingua gutturale ad uno dei suoi che si allontanò velocemente prendendo un sentiero che si dirigeva a est. Lirithion era riuscito nel suo intento.
Era il momento di agire. Zoran, Karamoth e Cartu si avvicinarono di soppiatto alla diga quanto più poterono. E iniziarono lo scontro. Il ranger attaccò un Uomo Lucertola con l'arco, mancandolo. Karamoth ordinò alla sua vipera Anelæ di attaccare, e questa strisciando si lanciò contro un altro lucertoloide. Cartu si posizionò in modo da spalleggiare Zoran che, abbandonato l'arco, impugnò le sue spade e ingaggiò in mischia l'Uomo Lucertola che aveva mancato con la freccia.
Quegli umanoidi rettiloidi, sorpresi dall'improvviso attacco, si voltarono. Il grosso Uomo Lucertola, iniziò a gridare ai suoi di attaccare gli intrusi e ai prigionieri di spostarsi verso la parte meridionale della diga. I due Uomini Lucertola più lontani attraversarono a fatica la sommità della diga passando tra gli schiavi confusi. L'Uomo Lucertola che era stato attaccato da Zoran tentò invano di colpirlo. Le guardie di Ryania prigioniere rimasero ferme, interdette dall'improvviso cambiamento della situazione. I goblin, invece, impauriti da tutta quella situazione, lentamente iniziarono a muoversi verso la direzione che era stata indicata loro.
Nel caos della battaglia, Cartu riuscì a ferire uno degli Uomini Lucertola. Zoran attaccò con le sue spade l'Uomo Lucertola di fronte a lui. Dopo un affondo mancato con la spada nella mano destra, con un guizzo fulmineo, il ranger traladariano tagliò di netto la gola dell'uomo lucertola che aveva bersagliato fin dall'inizio, riuscendo a superare le sue difese. L'uomo lucertola si portò le mani alla gola e in un ultimo gorgoglio di sangue si accasciò a terra privo di vita. "Stira le cuoia maledetta!" esclamò Zoran, soddisfatto.
Mentre la battaglia infuriava sulla diga, Karamoth scese dalla sommità, inoltrandosi nel letto fangoso del fiume. Sperava di riuscire ad avvicinarsi ai prigionieri per liberarli arrampicandosi su per la diga. Ma quando si mosse, rimase sorpreso da una grossa presenza inaspettata. Un grosso rospo di dimensioni inusuali uscì dal suo nascondiglio nel fango e provò a morderlo. Il morso fu potente, e il veleno del rospo iniziò a fare subito effetto. Karamoth crollò a terra, la vita che lo abbandonava inesorabilmente. Era incosciente e gravemente ferito.
I suoi compagni videro la scena e sentirono l'urlo del druido. Zoran era impegnato a tenere a bada gli Uomini Lucertola, ma la vista del suo amico a terra lo preoccupò. Grido a Cartu: "Io tengo le lucertole impegnate, tu vai a dare una mano a Karamoth, prima che ci lasci la pelle!!!".
Anelæ, la vipera di Karamoth, nonostante il suo padrone fosse a terra, continuò a combattere, attaccando gli Uomini Lucertola come gli era stato ordinato di fare.
Le guardie di Ryania prigioniere avevano colto l'occasione per tentare una disperata reazione. Due di loro, nonostante le pastoie ai piedi, si gettarono contro il grosso Uomo Lucertola cercando di immobilizzarlo. Purtroppo il loro attacco fu respinto e una guardia venne colpita dal grande randello che l'umanoide impugnava con entrambe le mani cadendo a terra privo di vita e il cranio fracassato.
Lirithion, nel frattempo, aveva raggiunto la sommità della diga dall'altra sponda del fiume e si era trovato di fronte a quel grosso Uomo Lucertola. Altre due delle guardie di Ryania prigioniere, in un ultimo atto di coraggio, avevano cercato di aiutare l'elfo attaccando il capo dei lucertoloidi, ma anche loro avevano trovato una fine cruenta. Lirithion però, con agilità e determinazione, aveva ingaggiato il capo in un duello mortale, riuscendo a ferirlo.
Ma la situazione di Karamoth si faceva sempre più critica. Il Rospo Crudele, ignorando il combattimento che avveniva sulla diga, iniziò a divorare il suo nuovo pasto: il corpo privo di sensi del druido.

Il Salvataggio di Karamoth
Cartu, seguendo l'indicazione di Zoran, scese anche lui nel letto fangoso del fiume avvicinandosi al rospo e senza esitare lo attaccò. Sferrò un attacco con la sua lancia a due mani contro il grosso animale. Il colpo fu incredibilmente preciso e potente. Un affondo letale che colpì il Rospo Crudele a morte che cadde su se stesso. "Questo è per Ryania!" gridò Cartu
Dall'altra parte della diga, intanto, Lirithion lanciò due attacchi contro il grosso Uomo Lucertola. Il primo andò a vuoto, ma il secondo colpì, sferrando un fendente talmente potente da staccargli di netto un braccio. L'umanoide crollò a terra privo di vita.
Vedendo andare giù il grosso Uomo Lucertola e il Rospo Crudele ucciso da Cartu, le due guardie di Ryania rimaste iniziarono a muoversi in direzione degli altri avventurieri che stavano combattendo sul lato settentrionale della diga. Tuttavia, le guardie erano ancora legate ai piedi, il che ne limitava i movimenti. Nonostante questo, le guardie attaccarono assieme un Uomo Lucertola, ma questo sferrò un potente colpo di randello ad uno dei due colpendolo in pieno volto e facendolo cadere a terra morto anche questo con il cranio fracassato.
Cartu, esaltato per essere riuscito ad uccidere quel mostro, e ad evitare che divorasse Karamoth, si avviò verso i suoi compagni di Ryania prigionieri ancora vivi per liberarli dalle pastoie. Erano ceppi di legno e corda, difficili da sciogliere senza una lama affilata.
Zoran riuscì ad uccidere uno dei due Uomini Lucertola rimasti aiutato dalla vipera di Karamoth che ancora stava combattendo. L'ultimo umanoide rimasto , vistosi da solo, fuggì lungo il sentiero a est. I goblin continuavano la loro lenta avanzata verso la parte meridionale della diga, sperando di non essere notati, in cerca di una via di fuga.
Il ranger poi si rivolse all'elfo : "Lirithion, intercetta quegli sporchi goblin e mettili a lavorare sulla diga. È meglio che io non mi avvicini troppo a loro, altrimenti li ammazzo e al momento abbiamo bisogno di tutte le forze disponibili per smantellare questa mostruosità!".
Lirithion si avvicinò ai goblin, che lentamente continuavano la loro marcia verso sud. Li superò intimandogli di fermarsi. Questi, incerti su cosa fare, si bloccarono. Lirithion si rivolse a loro parlando nella lingua goblin: "Perché siete prigionieri? Cosa ci fate qua?". Vedendo che l'elfo sapeva parlare la loro lingua, si guardarono tra loro con circospezione. Poi uno rispose: "Siamo venuti qui molti giorni fa. L'acqua del fiume non arrivava più e siamo venuti a vedere cosa accadeva. Abbiamo trovato gli Uomini Lucertola e ci hanno catturato".
L'elfo decise di liberare i goblin, piuttosto che obbligarli a lavorare nuovamente alla diga, facendosi promettere che non sarebbero mai più tornati così a sud rispetto alle loro tane più a nord. Una volta sciolte le pastoie ai piedi che li tenevano prigionieri, gli umanoidi si diedero alla fuga nel bosco.
Zoran intanto si era diretto al corpo inerme di Karamoth riuscendo a tamponargli le ferite. Ancora poco e il suo amico druido sarebbe morto.
Terminato il combattimento si trovavano di fronte a quella imponente diga e al problema di come abbatterla. Le guardie di Ryania liberate non sapevano perché gli Uomini Lucertola avessero costruito la diga. Sapevano solo di essere state catturate e costrette a lavorare, mentre il Capitano Daru era stato portato via al Grande Albero, come lo chiamavano gli Uomini Lucertola. Era chiaro che smantellare la diga costruita dai lucertoloidi avrebbe richiesto ore di lavoro. La diga era massiccia, e non sembrava esserci un modo rapido per distruggerla. L'idea più plausibile era creare un varco al centro e lasciare che la forza dell'acqua facesse il resto, ma anche questo richiedeva tempo e fatica.
Mentre discutevano sul da farsi, si resero conto della precarietà della loro situazione. Karamoth era gravemente ferito dal veleno del Rospo Crudele, la sua vita appesa a un filo. Avevano liberato le guardie e fatto fuggire i goblin, ma l'allontanamento iniziale di un Uomo Lucertola e la fuga di un altro al termine del combattimento suggeriva che i rinforzi sarebbero potuti arrivare presto. La diga era ancora lì, un mostruoso ammasso di tronchi, fango e sassi che condannava Rillafer, le nixie e il fiume.
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