7 – In cerca di Stephan
GIORNO 14 THAUMONT

Conner e Seebo perquisiscono il corpo di Fyordoll
Il combattimento era terminato. Nella radura si udiva solo il rumore del vento e dello scrosciare incessante della pioggia. I cavalli all'interno del recinto erano spettatori irrequieti di quanto appena accaduto, anche se il maltempo li costringeva a stringersi l'un l'altro in cerca di un po' di riparo e di calore.
Gli avventurieri iniziarono a perquisire il corpo di Fyordoll e dei suoi compagni. Seebo, senza perdere tempo, lancia il suo incantesimo di Individuazione del Magico, in cerca di oggetti incantati con l'essenza magica del mondo. E rivela ai compagni che la cotta di maglia indossata dell'elfa riluce ai suoi occhi di una debole aura magica, così come una pergamena che questa teneva arrotolata in una borsa. Lo gnomo di Altaforgia, studia con attenzione i due oggetti arrivando alla conclusione che la magia che permea l'armatura aiuta a proteggere meglio dagli attacchi chi la indossa, mentre sulla pergamena è iscritto l'incantesimo arcano Disco Fluttuante.
Null'altro risulta essere magico, ma sempre sul corpo senza vita dell'elfa trovano un anello che Conner e Seebo valutano essere prezioso. Non trovandosi però poi troppo d'accordo sul suo reale valore...
Cercando sui corpi dei compagni dell'elfa e nei tre vecchi carri da loro usati come rifugio, la compagnia trova altri ninnoli ed oggetti di valore, e in uno scompartimento segreto il libro degli incantesimi di Fyordoll.
Una volta aver terminato la ricerca del bottino, la loro attenzione passa ai cavalli. Nel recinto ventiquattro cavalli sono completamente bianchi, sicuramente quelli che sono stati rubati a Sukiskyn, e ne sono presenti altri dieci. Nessuno di questi sembra essere marchiato. Gli avventurieri iniziano a discutere su come riuscire a condurre via quella mandria e ricondurla a Sukiskyn. Voran ricorda ai compagni che ancora per qualche giorno quel brutto tempo continuerà ad imperversare ma che conducendo la mandria in sella ai cavalli in una giornata circa sarebbero stati di ritorno all'avamposto di Pyotr. Non prima però di aver dato una degna sepoltura, sotto l'insistente pioggia, a quegli uomini la cui unica colpa era stata quella di aver acquistato i cavalli sbagliati...
Al termine della giornata Keruin si occupa di fornire le dovute cure ai suoi compagni stanchi e feriti, e la compagnia trascorre poi la notte nella radura dormendo all'interno dei carri.
GIORNO 15 THAUMONT
Il nuovo giorno si presenta ancora con pesanti nuvole cariche di pioggia. Seebo, dopo aver studiato e memorizzato i suoi incantesimi, come sempre fa tutti i giorni, studia anche il libro degli incantesimi di Fyordoll. Ma non trovando nulla di suo interesse ripone il libro in una borsa; rivendendolo avrebbero almeno racimolato qualche moneta d'oro. E lo gnomo, parlando con i compagni, riflette sul fatto che quella giornata sarebbe stata l'ultima di permanenza della Grande Carovana degli Gnomi a Specularum e che l'indomani sarebbe ripartita per affrontare il viaggio di ritorno ad Altaforgia. Non sembrava ma erano già trascorse due settimane da quando erano partiti dalla città degli gnomi. Tre settimane da quando erano partiti da Rifflian.
La compagnia inizia così ad organizzarsi per partire e riportare la mandria di cavalli a Sukiskyn. Voran lega l'uno all'altro la goblin delle Vipere e l'uomo che avevano fatti prigionieri all'interno di un carro. Le resistenze del ranger avevano impedito ai compagni di ucciderli a sangue freddo. Privi di armi, se mai si fossero riusciti a liberare, sarebbe stata la natura a decidere della loro sorte.
Sotto una pioggia scrosciante, gli avventurieri partono con la mandria di cavalli abbandonando l'accampamento che era stato di Fyordoll. Lentamente e con tanta fatica Voran riesce a guidare quella mandria per il sentiero attraverso la foresta. E a fine della giornata la compagnia raggiunge senza incidenti la fattoria dei Sukiskyn.
Quel maltempo sicuramente non aveva reso il viaggio piacevole e agevole, ma probabilmente li aveva aiutati a non avere incontri indesiderati che avrebbero invece reso difficoltoso tenere assieme tutti quegli animali...
Gli avventurieri vengono accolti da Pyotr e dalla sua famiglia con entusiasmo, e dopo aver aiutato la compagnia a sistemare i cavalli all'interno dei recinti, fa accomodare gli avventurieri all'interno dell'abitazione, nella grande sala da pranzo, davanti al camino acceso per farli asciugare e riscaldare.

Keruin narra del recupero dei cavalli
Un Pyotr evidentemente contento per il ritrovamento dei cavalli, chiede agli avventurieri di raccontargli come e dove hanno recuperato gli animali. Keruin racconta quindi quanto da loro vissuto distorcendo la storia nella parte dello scontro con Fyordoll e dei suoi uomini in modo da farli apparire come gli aggressori che non volevano restituire i cavalli rubati davanti alle insistenze della compagnia. I Sukiskyn sembrano accettare senza obiezioni quanto raccontato loro e riferiscono di aver sentito solamente parlare dell'elfa e della sua “banda” facendo intendere che li consideravano un gruppo di persone che vivevano al limite della legalità...
Poi, il capo della fattoria, presenta agli avventurieri quattro uomini traladariani: Gregor, Yuri e i gemelli Grisha e Grishkal. Sono dei rifugiati dell'avamposto di Ilyakana anch'esso assaltato dai goblin, probabilmente Teschio di Lupo e Lama Rossa, la notte prima dell'assalto a Sukiskyn. E' Gregor, un giovane boscaiolo dai capelli biondi e dal fisico possente, a parlare e a presentare i suoi compagni. E a riferire che in pochi sono riusciti a sopravvivere all'assalto dei goblin, e che i pochi rimasti in vita o sono fuggiti o sono stati fatti prigionieri.
Riferisce che in quel momento a Ilyakana si trovavano Kalanos con la sua ciurma e Stephan, il fratello di Pyotr.
Stephan è stato fatto prigioniero dai goblin, mentre Kalanos è riuscito a fuggire ma senza la sua ciurma i cui membri sono stati tutti quanti uccisi.
La sera trascorre attorno al tavolo della sala con una cena abbondante e ben preparata, con l'umore dei presenti altalenante: contenti per il recupero dei cavalli e la vita salva dei rifugiati di Ilyakana, ma tristi per la morte di Taras e dei consanguinei di Gregor e dei suoi compagni. A cui si aggiunge la preoccupazione per la sorte di Stephan.
Prima che gli avventurieri si ritirano per la notte Pyotr con aria sconfortata chiede se sono disposti ad andare a cercare e liberare suo fratello Stephan. Gli avventurieri, comprendendo che il fratello di Pyotr è stato ad ingaggiarli e a tenere i contatti con Lady Prestelle per la vendita dei cavalli, è la chiave per ottenere il compenso per il quale sono giunti sino a lì. Anche se sono passati parecchi giorni da quando Stephan è stato visto da Gregor essere fatto prigioniero e non sapendo quale tribù goblin lo ha catturato e dove lo ha poi portato. “E' come cercare un ago in un pagliaio” Sentenzia Huryk rivolto ai compagni, che non possono che concordare con lui. Pyotr non conosce l'ubicazione dei covi dei goblin, ma mette in guardia gli avventurieri dai pericoli della Foresta Dymrak mentre offre alla compagnia come ricompensa per il ritrovamento di suo fratello Stephan un cimelio della loro famiglia: l'ascia da battaglia del suo defunto figlio Taras. La compagnia conclude che almeno un tentativo deve essere fatto e così tutti si congedano per la notte. L'indomani sarebbero partiti presto in direzione di Segenyev. In base alle tracce che avevano trovato nei giorni precedenti e al fumo che avevano avvistato in lontananza, era l'ultimo avamposto umano ad essere stato probabilmente assaltato dai goblin Teschio di Lupo i quali erano stati presenti anche all'assalto di Ilyakana. Un po' poco come indizio per ritrovare Stephan, ma sarebbero state le tracce più fresche da cercare e da seguire. E tutta quella pioggia caduta in quei giorni non avrebbe facilitato il compito.
GIORNO 16 THAUMONT
Di mattina presto la compagnia, dopo essersi debitamente equipaggiata con quanto disponibile nella fattoria e dopo gli studi magici e le orazioni mattutine di Seebo e Keruin, è pronta a mettersi in movimento. L'anziana Kuzma, accompagnata dal figlio Pyotr, raggiunge gli avventurieri prima della loro partenza per poterli benedire ed esortandoli a trovare e riportargli vivo suo figlio Stephan. Ricorda ancora a Keruin che al suo ritorno dovrà accompagnarla al tempietto della Triade Traladariana lungo la strada che attraversa la foresta, e il nano non manca di rassicurarla. Poi l'anziana donna mette in guardia gli avventurieri: se mai si fossero dovuti avventurare nella foresta Dymrak a sud di Segenyev sarebbero dovuti stare molto attenti. Quella era la Terra delle Streghe. Non tutte quelle che vi abitavano erano streghe malvagie, ma tutte erano pericolose.
Quell'avvertimento non lascia indifferenti gli avventurieri che si lanciano occhiate interrogative tra loro mentre ascoltano l'anziana donna. Voran coglie l'occasione per chiedere a Kuzma se conosce il Veggente. La donna risponde di non conoscerlo personalmente ma di sapere che vive sulle sponde del Lago dei Sogni Perduti.
La compagnia in fine si accomiata dai Sukiskyn prendendo nuovamente il sentiero verso est, ma questa volta diretti a Segenyev. In sella ai cavalli sottratti solo il giorno prima all'accampamento di Lady Fyordoll, il sentiero corre veloce, e ben presto si trovano fuori dalla foresta costeggiandola. Giungendo alla biforcazione che verso sud conduceva all'accampamento dell'elfa e dei suoi compari, e verso est presumibilmente avrebbe portato all'avamposto di Segenyev, Huryk e Souane scorgono nella prateria a nord quattro cavalli neri pascolare.
Potevano essere altri cavalli da restituire ad eventuali legittimi proprietari oppure essere selvaggi da catturare e addestrare. Una possibile ulteriore fonte di guadagno. Gli avventurieri decidono così di avvicinarsi a loro con calma e cercando di non spaventarli. Quando si trovano ad una cinquantina di metri dai cavalli, questi alzano le loro teste dal suolo dove stavano brucando iniziando a nitrire rumorosamente. Voran nota con stupore che le loro cavalcature iniziano a nitrire a loro volta come in risposta al nitrito dei cavalli neri. Il ranger cerca cautamente di avvicinarsi e ad instaurare un contatto con loro ma senza riuscirci. Ed in fine questi si allontanano al galoppo quando Huryk tenta inutilmente con una corda di catturarne uno. La compagnia decide così di lasciare perdere i cavalli e riprendere la marcia lungo il sentiero verso est. In serata mentre si avvicinano all'avamposto di Segenyev, ai piedi di una piccola catena montuosa, scorgono a nord sulle montagne un altopiano sul quale svetta un grosso mastio. Quello che rimane dell'avamposto di Segenyev sono solo i resti carbonizzati delle case di chi ci viveva fino a qualche giorno prima. E dopo una rapida ricerca con le ultime luci della giornata Seebo nota un cumulo di resti di corpi carbonizzati probabilmente goblin morti ammassati lì proprio per dargli fuoco. E distante qualche centinaio di metri notano un grosso tumulo di sassi appena eretto.
Ormai la notte sta scendendo e così la compagnia decide di accamparsi e trascorrere in quel posto ormai desolato la notte.
GIORNO 17 THAUMONT
Con il favore del giorno Voran inizia a cercare tracce tutt'attorno a quanto rimane dell'avamposto di Segenyev. Seppure la pioggia dei giorni precedenti non aiuta, il ranger riesce ad identificare tracce di goblin, di worg, di umani e di cavalli. E le tracce di questi ultimi sembrano essere le più recenti. Così decidono di seguirle dirigendosi verso nord. Dopo circa una mezz'ora si ritrovano abbastanza vicini alla rocca che avevano visto il giorno prima sull'altopiano per poter distinguere la grossa bandiera che sventola sulla sua sommità: un grifone rampante. Seebo riconosce in quel simbolo lo stemma dell'Ordine del Grifone. L'ordine militare della Chiesa di Karameikos. La compagnia continua ad avvicinarsi alla torre consapevole di essere stata notata. Il sentiero che stanno percorrendo conduce ad uno stretto passaggio che permette l'accesso all'altopiano ai piedi delle montagne e che è sovrastato dalla rocca.
Evidentemente costruita in quel punto per controllarne il passaggio. Giunti davanti alle porte della rocca due soldati si affacciano chiedendo conto della loro presenza. La compagnia risponde che sono in cerca dei goblin che hanno assaltato Segenyev. I due soldati scendono dalle mura e raggiungono gli avventurieri davanti al portone di ingresso della rocca per continuare la conversazione. Qui scoprono che i goblin hanno assaltato Segenyev la notte tra il 10 e l'11 di Thaumont e che alle prime luci del giorno seguente (12 Thaumont) i Cavalieri del Grifone sono intervenuti attaccando gli umanoidi che si erano accampati lì e mettendoli in fuga verso sud. I cavalieri confermano che sono stati loro a seppellire nei tumuli i corpi degli abitanti di Segenyev e a dar fuoco ai cadaveri dei goblin. Aggiungendo che da quando è stata eretta la rocca, circa una decina di anni prima, non hanno mai registrato una così intensa e coordinata attività goblin, e che una loro pattuglia è stata inviata sulle tracce dei goblin in fuga. Gli avventurieri, da parte loro, informano i due cavalieri della morte del Re goblin del clan Vipere. E questi manifestano aperta soddisfazione a questa notizia. Ingannati dall'atteggiamento disponibile e cordiale dei cavalieri, le domande di Voran e Seebo si fanno più specifiche ed insistenti sul ruolo di quella rocca e sulle azioni compiute dai suoi occupanti. E i cavalieri iniziano a cambiare atteggiamento nei loro confronti facendo intendere agli avventurieri che le risposte a quelle domande non erano di loro pertinenza. Congedandosi con freddezza li avvisano ancora sui pericoli della Foresta Dymrak ed in particolare della Terra delle Streghe. Se mai avessero incontrato qualche strega i cavalieri li invitano a non indugiare nel dare loro una rapida morte.
Gli avventurieri lasciano così la Rocca Orientale dell'Ordine del Grifone, per tornare nuovamente a Segenyev e riprendere da lì le tracce dei Teschio di Lupo.
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