Souane e Karis, uno scambio di vedute… particolare
Seebo e Souane si avvicinarono alla fattoria di Karis Buhrdwal, una gnoma che allevava animali esotici nella città di Altaforgia. La riconobbero subito dalla sua lunga treccia rossa e dal suo grembiule macchiato di fango. Era lei la testimone chiave nel processo contro Narzy, il malvagio
gnomo che aveva rapito e trasformato in zombi due dei suoi tassi. Seebo e Souane avevano incontrato i tassi nelle miniere di Tokash, dove erano stati costretti a combatterli. Seebo era curioso di sapere di più su Narzy e sulle sue arti necromantiche, mentre Souane era attratta da un furetto
bianco e nero che saltellava in una gabbia.
“Salve, signora Buhrdwal”, disse Seebo con un sorriso. “Siamo due avventurieri che hanno partecipato alla cattura di Narzy. Vorremmo farle alcune domande, se non le dispiace.”
Karis alzò lo sguardo dai suoi animali e li squadrò con diffidenza. “Chi siete? Come sapete il mio nome? E cosa volete da me?”
“Mi chiamo Seebo, e questa è Souane”, si presentò lo gnomo mago. “Abbiamo assistito alla sua coraggiosa testimonianza al tribunale. Lei ha fatto bene a denunciare quel mostro.”
“Ah, sì, il tribunale”, sbuffò Karis. “Un bel casino, quello. Non so se ne è valsa la pena. I miei poveri tassi sono morti, e Narzy è scappato dalla prigione.”
“Scappato?” esclamò Seebo, sorpreso. “Come è possibile? Non era sorvegliato?”
“Non lo so, non lo so”, disse Karis, agitandosi. “Ho sentito dire che qualcuno lo ha aiutato a fuggire. Forse uno dei suoi complici. O forse qualcuno di più potente.”
“Più potente?” ripeté Seebo, interessato. “Cosa intende? Chi potrebbe essere?”
“Non ne ho idea”, disse Karis, scuotendo la testa. “Ma ho paura che Narzy non sia l’unico a praticare la necromanzia in queste terre. C’è qualcosa di oscuro che si muove nell’ombra. Qualcosa di pericoloso.”
Seebo sentì un brivido lungo la schiena. Aveva sempre avuto una passione per la magia, ma la necromanzia lo ripugnava. Era una perversione della vita e della morte, una violazione delle leggi naturali. Chiunque la usasse doveva essere fermato.
“Signora Buhrdwal, lei sa qualcosa di più su Narzy?”, chiese Seebo con cautela. “Da dove ha imparato la necromanzia? Chi erano i suoi maestri? Ha mai menzionato qualche nome?”
Karis lo guardò con sospetto. “Perché mi fate tutte queste domande? Cosa volete da me? Siete forse dei suoi amici? O dei suoi nemici?”
“No, no, signora”, si affrettò a dire Seebo. “Siamo solo curiosi. Vogliamo capire cosa sta succedendo in queste terre. Vogliamo aiutare a fermare Narzy e i suoi alleati.”
“Mmh, non so se fidarmi di voi”, disse Karis, stringendo le labbra. “Non vi conosco affatto. E poi, cosa ci fate qui? Questa è una fattoria, non un luogo per avventurieri.”
“Beh, in realtà…”, cominciò Seebo, ma fu interrotto da Souane.
“Vogliamo comprare un furetto”, disse la giovane donna guerriera, indicando l’animale nella gabbia.
“Un furetto?” ripeté Karis, incredula. “E cosa vi serve un furetto?”
“E’ carino”, disse Souane, con un tono che non ammetteva repliche.
“Carino?” disse Karis, scuotendo la testa. “Un furetto non è un giocattolo, è un animale. Ha bisogno di cure, di attenzioni, di affetto. Non è adatto a una vita da avventuriera.”
“Non mi importa”, disse Souane, ostinata. “Lo voglio. Quanto costa?”
“Non è in vendita”, disse Karis, seccata. “E anche se lo fosse, non lo venderei a voi. Non siete degni di avere un furetto. Non sapreste come trattarlo.”
“Come osi?”, sbottò Souane, irritata. “Non sai niente di me. Io sono una guerriera, una combattente, una sopravvissuta. So come trattare gli animali. Meglio di te, che li tieni in gabbia.”
“Tu sei una maleducata, una prepotente, una sconsiderata”, replicò Karis, alzando la voce. “Non hai rispetto per gli animali. Li vedi solo come oggetti da usare e scartare. Non meriti neanche di guardare un furetto.”
Le due donne si fissarono con rabbia, pronte a scatenare la loro furia l’una contro l’altra.
Seebo si sentì in imbarazzo. Non sapeva cosa fare per calmare la situazione. Si rese conto che aveva sbagliato a portare Souane con sé. Lei non era interessata alla necromanzia, ma solo al furetto. E il furetto era la cosa sbagliata da chiedere a Karis.
“Signora Buhrdwal, mi scusi per il disturbo”, disse Seebo, cercando di essere diplomatico. “Forse è meglio se andiamo via. Non vogliamo causarle problemi.”
“Problemi? Problemi siete voi”, disse Karis, indicandoli con il dito. “Andatevene da qui, e non tornate mai più. Non siete i benvenuti in questa fattoria.”
Seebo annuì e trascinò Souane via dalla fattoria. Souane si lasciò portare via a malincuore, lanciando occhiate furibonde a Karis e al furetto.
“Sei stata molto scortese con quella signora”, le rimproverò Seebo.
“Lei è stata scortese con me”, replicò Souane.
“No, tu hai cominciato”, disse Seebo.
“No, lei ha cominciato”, disse Souane.
I due continuarono a battibeccare tra di loro lungo la strada, mentre si allontanavano dalla fattoria e dalla necromanzia.
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