1 – In viaggio verso Sukiskyn

GIORNO 5 THAUMONT

L'indomani, di mattina presto, gli avventurieri si recano alla piccola chiesa dedicata a Petra fuori dalle mura di Kelvin, nel villaggio dei pescatori lungo il fiume. La chiesa è un piccolo edificio in pietra ad un piano che ospita un piccolo altare davanti ad una statua a grandezza naturale di Petra e due inginocchiatoi. Lì, su indicazione di Fyodor, trovano e fanno conoscenza con Sergey Olanov, sacerdote di Petra, e discendente di entrambi gli Huerin Olanov.

Sergey Olanov e un "Goffo approccio"

Dopo un primo approccio molto goffo e non proprio 'delicato' di Seebo, quasi rischiano di essere allontanati, e solo grazie al provvidenziale quanto 'non concordato' intervento del piccolo Conner che, forse ingenuamente, racconta del ritrovamento della tomba di Huerin e alla presenza di Keruin come chierico di Petra, che vengono alla fine invitati a casa del sacerdote per trattare del 'delicato' argomento. Vengono fatti accomodare e qui conoscono anche Dasha, la sorella di Sergey. I due fratelli ascoltano attentamente la storia della compagnia di avventurieri sul ritrovamento della tomba del loro antenato nella miniera abbandonata di Tokash, e il gruppo sta molto attento a non menzionare il ritrovamento di Traldarian. Sergey e Dasha dopo aver ricevuto assicurazione che la compagnia avrebbe ricondotto a Kelvin i resti di Huerin per una degna sepoltura, raccontano la storia della loro famiglia e quanto è stato tramandato loro sulla tragica fine del loro antenato.

Raccontano che loro sono i discendenti di Mirovin Olanov, fratello più piccolo di Huerin Olanov. Mirovin al tempo dell'Invasione Thyatiana rimase orfano e fu affidato a dei parenti. Ma a provvedere alle sue esigenze e alla sua crescita fu un elfo originario del Bosco di Radlebb di nome Kaelledil. Questo era amico e compagno di avventure, ancora prima dello scoppiare della guerra, di Huerin, Milena e dei fratelli Kopul. Kaelledil passava periodicamente ad Halavos per assicurarsi del benessere del piccolo fratello del suo defunto amico, e nel corso degli anni raccontò al giovane Mirovin la storia e le avventure compiute assieme al fratello. Raccontò che quando Huerin fu trovato morto avvelenato, nella tenda di Milena fu trovato dell'oro accompagnato da una lettera che ne confermava la provenienza thyatiana destinata proprio a Milena per avvelenare il suo compagno. I fratelli Kopul furono costretti così a condurla al Tempio dell'Ascensione di Halav, dove in quel momento di guerra aveva sede l'Ordine della Spada Dorata, per essere giudicata da un tribunale che in fine la condannò al carcere a vita. Lì morì e alcune voci sostengono che tutt'oggi il suo fantasma si aggiri tra le rovine del tempio ormai abbandonato.

Ma Kaelledil aveva sempre raccontato a Mirovin di non aver mai creduto alla colpevolezza di Milena, in quanto la giovane era una sacerdotessa di Petra, di indole buona, sempre pronta ad aiutare i bisognosi ed estremamente innamorata del suo compagno Huerin. E che un assassinio per avvelenamento era un gesto troppo estremo e troppo malvagio per una giovane donna con quelle caratteristiche. Ma pur non credendo alla colpevolezza di Milena, non aveva mai fatto un nome a Mirovin su chi avesse potuto compiere quell'assassinio, ne tanto meno rivelò mai dove lui e i fratelli Kopul seppellirono Huerin.

Gli avventurieri si congedano così dai fratelli Olanov rinnovando la promessa di tornare, non appena concluso il loro attuale impegno, per portare le spoglie di Huerin a Kelvin e dargli una migliore sepoltura. Decidono quindi di tornare alle carrozze al Campo Carovaniero e recarsi da Shalla Dwaleftesh per ringraziarla dell'ospitalità ricevuta vista la partenza l'indomani della carovana mentre loro avrebbero atteso ancora un giorno in città prima di avviarsi lungo il fiume Volaga in direzione del villaggio di Sukiskyn.
Così trascorrono il resto della giornata parlando e discutendo tra loro di quanto saputo e conosciuto, e pianificando le mosse dei giorni e delle settimane successive, alloggiando per l'ultima notte sulla carrozza a loro destinata della carovana degli gnomi.

GIORNO 6 THAUMONT

La mattina presto lasciano la carrozza quando la Grande Carovana degli Gnomi inizia a muoversi per riprendere la via verso sud sulla Strada del Duca in direzione della capitale Specularum. Iniziano a girare per la città pensando a qualche acquisto di equipaggiamento da compiere quando d'un tratto l'attenzione di Conner viene attirata da un eccessivo vociare proveniente da una piazza vicina. Gli avventurieri si avvicinano alla fonte di questo vociare e scorgono un piccolo capannello di persone attorno ad un giovane ragazzo traladariano in piedi su un panchetto intente ad insultarlo mentre quest'ultimo le arringa “Pentitevi Fratelli! Il Tempo d'Oro di Traladara è tornato! Halav è tornato! Questo è il tempo! Halav è reincarnato nel nostro Granduca Stefano! Credetemi e convertitevi! E siate pronti quando sarà il momento di sostenerlo!”

Mailat e Conner

La compagnia incuriosita si avvicina e adesso nota che il giovane vestito di una semplice tunica indossa al collo il sacro simbolo di Halav, una spada posta sopra un'incudine. Conner chiede ad un uomo lì presente chi è il giovane che sta parlando dal panchetto, e gli viene risposto che si tratta di Mailat, un giovane del posto completamente andato via di testa. L'halfling, insieme ai compagni, si avvicina al giovane osservandolo e ascoltandolo con attenzione mentre questo declama il nuovo avvento di Halav, per poi porgli qualche domanda sulla veridicità delle sue affermazioni a cui il giovane risponde con convinzione e senza esitazione. In breve il capannello di persone si disperde e anche gli avventurieri si allontanano in cerca di un alloggio per trascorrere la notte. Decidono così di recarsi alla locanda Al Drago Rosso dove due giorni prima avevano conosciuto Fyodor, e lì attendono l'alba del giorno dopo per partire con Kalanos lungo il Volaga in direzione di Sukiskyn.

GIORNO 7 THAUMONT

All'alba si presentano al pontile dove si trova l'imbarcazione di Kalanos, dove il mercante fa notare che la presenza del loro mulo potrebbe essere un problema. Gli avventurieri di corsa conducono l'animale dai fratelli Olanov appena conosciuti chiedendo loro di tenerlo fino al loro ritorno. I due fratelli accettano senza esitazione assicurando loro che nulla sarebbe accaduto al mulo. Così sempre di corsa ritornano al pontile imbarcandosi ed in fine partendo verso il traghetto di Misha. Una forte nebbia avvolge l'imbarcazione mentre questa naviga sulle acque del Volaga, mentre un forte vento spira da ovest gonfiando la sua unica vela quadrata. Voran spiega ai compagni che l'anomala persistenza della nebbia in presenza di quel vento sostenuto è dovuta al forte influsso della Brughiera Senza Nome che costeggia la riva nord del fiume che stanno navigando. E che si estende per decine di chilometri. La giornata scorre tranquilla, ma tutta quella nebbia non aiuta l'umore dell'equipaggio. E quando Keruin chiede a Kalanos di eventuali pericoli lungo il viaggio sul fiume e questo fa presente della possibile presenza degli Ogre d'Acqua, solo le sommesse risatine nervose degli avventurieri rompono l'ovattato silenzio prodotto dalla nebbia, mentre occhiate furtive vengono lanciate verso la riva nord occultata dal grigiore della giornata.
Solo quando nel pomeriggio si alza la nebbia, gli avventurieri scorgono sulle rive settentrionali del fiume la Brughiera Senza Nome, mentre sulla riva meridionale una fitta foresta che giunge proprio sull'acqua lenta del Volaga. D'un tratto, ormai è tardo pomeriggio mentre l'imbarcazione condotta da Kalanos sta affrontando un ansa del fiume, questa si arresta bruscamente andando ad urtare contro una catena tirata lungo l'ansa del fiume agganciata ad uno scoglio appena sotto il pelo dell'acqua. Gli avventurieri si accorgono che lungo la riva del fiume una ventina di uomini escono dalla boscaglia nella quale erano nascosti. Alcuni iniziano a lanciare delle frecce in direzione dell'imbarcazione, mentre altri tirano un'altra catena dietro all'imbarcazione per bloccarla anche questa nascosta sotto il pelo dell'acqua e agganciata ad un altro scoglio. Kalanos e il suo equipaggio si gettano a terra trovando riparo dietro al parapetto del barcone, seguiti anche dalla compagnia per non fare da bersaglio inutilmente e dopo che Souane più volte viene colpita.
Dopo aver tirato la seconda catena, una parte degli uomini sulla riva entrano in acqua iniziando a nuotare verso l'imbarcazione lungo la catena appena tirata intenzionati a salire a bordo beneficiando della copertura delle frecce dei loro compagni restati a riva. Hurik e Seebo, rimanendo stesi sul fondo della barca, scivolano verso il punto in cui i predoni saliranno a bordo in attesa per contrastarli. Conner si getta in acqua aggrappandosi ad una catena nel tentativo di giungere allo scoglio dove questa è legata per poterla sciogliere. Mentre Keruin e Voran dietro al parapetto della barca iniziano a tirare con balestra ed arco verso gli uomini sulla riva colpendone alcuni. La tensione tra i compagni inizia a salire. Una decina di uomini lungo la catena arriva all'imbarcazione nel tentativo di salire a bordo e gli avventurieri sono ben consapevoli di non possedere alcun tipo di esperienza di combattimento su di una imbarcazione, sopra la quale lo stare in piedi non è particolarmente semplice. Mentre gli avventurieri attendono l'assalto dei predoni, un marinaio steso a terra vicino ad Hurik estrae un pugnale e colpisce il monaco crudelmente alle spalle tra lo stupore di tutti. Dopo un primo istante di tentennamento Souane strisciando sul fondo della barca si avvicina al marinaio e malgrado la posizione riesce a manovrare il suo spadone a due mani e ad affondarlo violentemente nella spalla dell'uomo. Seebo non si fa distrarre dall'evento. Riuscendo a tenersi in equilibrio si sporge dal parapetto e concentrandosi lancia la sua magia. Dalle sue mani si sprigiona uno spruzzo lucente di colori che avvolge tutti i predoni accalcati sulla catena pronti ad abbordare il barcone. Ed uno ad uno gli uomini cadono privi di sensi nell'acqua gelida del Volaga la cui corrente inizia a portarli via con se. Nello stupore generale per quanto appena accaduto, Hurik reagisce all'infame attacco del marinaio ingaggiando con lui una lotta corpo a corpo ma non riuscendo ad immobilizzarlo. L'uomo ignora il monaco e si rivolge verso la barbara che con lo spadone lo ha ferito ma il suo pugnale si infrange sull'armatura di Souane, mentre una pioggia di frecce proveniente dalla riva si abbatte sullo gnomo illusionista che ha appena lanciato l'incantesimo ferendolo mortalmente. Souane, sempre stesa a terra, risponde all'attacco del marinaio riuscendo ancora una volta a manovrare il suo spadone a due mani e a colpirlo violentemente ponendo fine questa volta all'esistenza dell'uomo. Keruin allora si affretta accucciato a raggiungere lo gnomo esamine ed invocare il favore curativo della sua dea sopra il suo compagno che viene pervaso da un calore benefico mentre le sue ferite si rimarginano. Le frecce continuano a cadere sull'imbarcazione lanciate dagli uomini sulla riva, mentre tre uomini ancora nell'acqua provano ad assaltare il barcone. Due di questi riescono a salire a bordo. Ma l'impeto e la sicurezza iniziale dei predoni è ormai scemata. Hurik riesce così ad afferrare ed entrare in lotta con uno di questi e riuscire a neutralizzarlo con le sue arti marziali ma il secondo predone armato di una spada corta riesce a raggiungere e colpire mortalmente Seebo che troppo si è esposto nel combattimento. Mentre il piccolo Conner inutilmente prova ad avanzare in acqua lungo la catena per raggiungere lo scoglio a cui è agganciata, ma non riuscendo ad avanzare per la corrente del fiume troppo forte, il monaco raggiunge il secondo predone ed entra in lotta anche con questo riuscendo ad immobilizzarlo e dando l'opportunità a Souane di finirlo. Keruin torna nuovamente ad invocare il favore curativo di Petra su Seebo ed evitando così un tragico quanto precoce epilogo della vita dello gnomo illusionista.
Con la morte dell'ultimo predone abbordatore gli uomini rimasti a riva smettono di lanciare le loro frecce e velocemente si dileguano nella boscaglia, lasciando l'equipaggio dell'imbarcazione e la compagnia di avventurieri frastornati per quanto accaduto e bloccati sul fiume tra le due catene.
Alla richiesta di Keruin a Kalanos sull'identità del marinaio che li ha attaccati alle spalle sull'imbarcazione l'uomo risponde che non lo conosceva e che lo aveva assunto solo due giorni prima per completare l'equipaggio. Come non conosce l'identità di quei uomini che li hanno attaccati e che nei suoi precedenti viaggi lungo il fiume mai aveva avuto noie del genere. I compagni perquisiscono i corpi degli uomini uccisi sulla barca senza trovare nulla ma notando che i loro polsi sono particolarmente rovinati, come se avessero portato per diverso tempo delle manette, e un tatuaggio comune a tutti sulla spalla destra di una coppia di manette. Ma nessuno sull'imbarcazione ha mai visto quel tatuaggio, ne mai sentito parlarne...

Posted on 21 Dicembre 2023 in Avventura 2,la cricca del dado maledetto by Marbon

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