Voran

RADOK

Voran è nato e vissuto nel villaggio traladariano di Radok sulle colline boscose oltre i margini settentrionali del bosco di Radlebb. Il suo nome natale era Yuri e viveva in una famiglia numerosa che come le altre del villaggio viveva principalmente di caccia ed allevamento oltre che di un'agricoltura di sussistenza fondata prevalentemente sugli ortaggi. L'attività più remunerativa era il commercio delle pellicce, fra l'altro l'unica attività in grado di portare monete d'argento o d'oro in questo villaggio remoto.

E tale era infatti l'occupazione a cui si dedicava il padre Ilya, o meglio lui come il fratello maggiore Pavel ed altri abitanti del villaggio cacciavano e mettevano trappole per animali di cui vendevano le pelli e pellicce ai mercanti di Kelvin organizzando dei viaggi con partite di pellicce grezze che poi venivano conciate nella città e trasportate sul Volaga dai mercanti verso Marilenev ed oltre.

I viaggi a Kelvin non erano frequenti, ma quando si raccoglievano pellami sufficienti si organizzava una spedizione fino alla città a cui partecipavano i cacciatori di Radok e di altri villaggi delle colline e del bosco di Radlebb. Solitamente si faceva almeno un viaggio all'anno alla fine della stagione della caccia, nella seconda metà dell'autunno. Il viaggio era moderatamente pericoloso a causa delle possibili imboscate di razziatori umanoidi, principalmente bande di goblinoidi e gnoll provenienti dalle montagne Cruth o dalle montagne Nere, ma anche di eventuali assalti dei briganti comuni attirati dall'opportunità di facili guadagni, per cui era preferibile organizzare spedizioni numerose e ben protette per scoraggiare potenziali attacchi.

I conflitti con le tribù di goblinoidi e gnoll che calavano dalle montagne o che abitavano i boschi più bui e sperduti non erano una novità per gli abitanti del villaggio di Radok, la tradizione traladariana era piena di episodi simili nei canti che narravano di gesta eroiche ed eventi tragici, di trionfi e di sconfitte, di storie a lieto fine o dagli epiloghi drammatici. Gli stessi abitanti del villaggio, come quelli di tutti gli insediamenti traladariani delle regioni settentrionali, avevano sporadiche esperienze di schermaglie più o meno intense con bande di razziatori di tali umanoidi, sebbene non si trattasse più delle guerre e delle grandi battaglie del passato descritte nelle canzoni ed i guerrieri di questi giorni non erano paragonabili agli eroi che furono.

Quando Pavel partì 4 anni fa, attenendosi alla tradizione della cerimonia del taglio, si aggregò ad una spedizione che doveva portare un carico di pelli grezze a Kelvin, sarebbe quindi dovuto rimanere lontano dal villaggio un anno e provvedere a se stesso avendo a disposizione come base iniziale la sua quota derivante dalla vendita delle pelli. Salutò la famiglia e la sua adorata Dasha, che avrebbe sposato al suo ritorno secondo gli accordi che erano stati presi.

A questo punto era il turno di Yuri di accompagnare il padre nella caccia, mentre le sorelle e la madre si occupavano dell'orto, raccoglievano bacche e funghi nel bosco o partecipavano ai turni di pascolo dei maiali del villaggio nei boschi limitrofi quando Yuri era assente. Yuri soffrì il distacco dal fratello ma allo stesso tempo fu felice di poter finalmente partecipare alle attività di caccia e liberarsi delle incombenze del pascolo dei maiali e della cura dell'orto ritenute meno divertenti e gratificanti, almeno nei periodi dell'anno dedicati alla caccia. Aveva in effetti cominciato ad accompagnare il padre nelle battute di caccia più brevi già da un paio di anni e la sua abilità e destrezza nel seguire le tracce, tirare con l'arco ed intuire il comportamento delle prede riempivano d'orgoglio lui ed il padre. Gli piaceva stare in compagnia dei cacciatori del villaggio, vivere nei boschi, condividere gli spazi ed il cibo nei rifugi ed ascoltare le canzoni di Pyotr mentre si accompagnava con il mandolino o il liuto. Una volta durante una battuta di caccia si imbatterono nelle tracce di un branco di lupi e nonostante questo li avesse resi più cauti e guardinghi accade che Yuri rimase isolato ed il caso volle che il branco si avvicinò a lui proprio in quel momento, forse i lupi non avevano intenzione di aggredirlo, l'inverno era ancora lontano e il cibo ancora disponibile nei boschi, tuttavia Yuri preferì arrampicarsi su una quercia per esser certo di essere fuori portata delle belve; Pyotr ed altri due cacciatori lo trovarono così, arrampicato sui rami più alti che fossero in grado di sostenerlo mentre scrutava il branco di lupi che sostava nei pressi della quercia con un atteggiamento più annoiato che famelico, curiosamente qualche ramo più in la si trovava un corvo che sembrava osservare anch'esso la scena sottostante. Pyotr proruppe in una fragorosa risata e aiutato dagli altri cacciatori scacciò i lupi battendo con dei bastoni sui tronchi ed urlando qualche imprecazione al loro indirizzo. Da quel giorno cominciarono a chiamarlo Voran, Corvo.

Questo episodio e questo nome ebbero tanto successo che Ilya qualche tempo dopo si presentò con un piccolo oggetto come dono, un piccolo feticcio che consisteva in un piccolo cilindro di legno cavo rivestito di cuoio a cui erano state fissate tramite un ulteriore cinturino di cuoio tre piume di corvo, una per Halav, una per Petra ed una per Zirchev, perché il corvo portasse sempre fortuna a Yuri e le divinità traladariane lo proteggessero e lo ispirassero come avevano fatto quel giorno; Yuri apprezzò molto il dono e da quel giorno lo usò per raccogliere una treccia dei suoi lunghi capelli corvini confidando nella sua fortuna.

L'anno seguente la famiglia di Voran aspettava ormai il ritorno di Pavel che tardava ad arrivare, Yuri già cominciava a pensare al suo momento, quando anche lui avrebbe celebrato la Cerimonia del Taglio ed avrebbe quindi vissuto le avventure che immaginava Pavel stesse vivendo. Nessuno avrebbe invece immaginato quanto la loro vita sarebbe cambiata e quanto rapidamente e drammaticamente questo cambiamento li avrebbe travolti.

TERRORE E DISPERAZIONE

Ci fu una grande scorreria di goblinoidi, come non se ne vedevano o sentivano da decenni. Tribù intere di goblin, hobgoblin e bugbear calarono dalla montagne razziando e devastando. Colsero Radok impreparato, o meglio il villaggio cercò di difendersi come poteva perchè erano giunte voci di avvistamenti di cavalleria goblin e qualche notte si era udito il sinistro ululare degli worg echeggiare lontano nei boschi. Il giorno prima che la sventura si abbattesse su Radok era giunto un gruppo di sopravvisuti del villaggio di Dasha, fra cui lei stessa, portando la triste notizia della distruzione del loro insediamento accompagnata da informazioni più dettagliate sul conto di questi goblinoidi e non erano buone. Erano molti, troppi e consapevoli della loro forza, secondo il racconto dei sopravvisuti nessun villaggio era in grado di resistere da solo a questa moltitudine.

Il giorno dopo la gente del villaggio aveva cominciato a radunare le bestie e ad approntare delle difese, molti suggerivano di lasciare il villaggio il prima possibile ma altri volevano invece difendere le proprie case e proponevano di mandare messaggeri ai villaggi vicini, cosa che fu presto fatta. Tuttavia all'imbrunire apparve un drappello di cavalleria goblin e dei battitori bugbear a cui seguirono bande di arcieri goblin, fanteria hobgoblin e guerrieri bugbear. La battaglia fu impari, il numero dei nemici soverchiante, gli abitanti del villaggio cercarono di trovare una via di fuga combattendo, pochi ci riuscirono.

Yuri non dimenticherà mai quel giorno, aveva scagliato diverse frecce verso i nemici, qualche casa già cominciava a prendere fuoco per l'azione degli arcieri goblin, quando un tremendo bugbear ricoperto di pelli d'orso che roteava un'impressionate ascia da battaglia irruppe all'interno delle linee di difesa accompagnato da un orso bruno, entrambi erano stati feriti da diverse frecce ed entrambi erano in preda ad una furia irrefrenabile, li seguiva la fanteria hobgoblin con cotte di maglia, lance, scudi di metallo e gli occhi che scintillavano crudeli sotto gli elmi d'acciaio. Fra i difensori che tentarono disperatamente di affrontarli per coprire la fuga degli altri c'era anche Ilya, il padre di Yuri e durante il combattimento che ne seguì Yuri vide distintamente l'ascia del bugbear calare con ferocia verso il padre e troncare con un sol colpo il braccio destro conficcandosi in profondita nella coscia, quando il bugbear estrasse l'arma per volgersi verso un altro avversario il padre si accasciò al suolo rantolando penosamente mentre il terreno si impregnava del suo sangue.

Con gli occhi inondati di lacrime Yuri seguì Pyotr e la madre nella fuga, nel fumo, fra le urla di battaglia e d'agonia, fra i porci che caracollavano nel panico fuggendo dai ricoveri in fiamme. Non si ricordò come fece ad arrivare, ormai a notte inoltrata, in quella radura al chiaro di luna dove si erano radunati i pochi sopravvisuti del villaggio. Fra di loro c'erano Pyotr, la madre Yelena e sua sorella minore Sasha, anche Dasha prostrata e ferita ad una spalla da una freccia goblin era con loro. Oltre a suo padre anche sua sorella maggiore Katya ed il suo fratellino Misha mancavano all'appello, così come il resto della famiglia di Dasha. Fu una notte tragica in cui le lacrime scorrevano silenziose, il dolore e la disperazione pervadevano l'animo di ciascuno dei sopravvissuti, alcuni erano feriti e altri tentavano di medicarli con mezzi di fortuna, nei boschi il silenzio mortale era lacerato di tanto in tanto dalle urla, talvolta stridule altre volte cupe, dei goblinoidi e dai lugubri ululati degli worg. Yelena tentò di medicare una singhiozzante Dasha, ma la punta della freccia goblin era ancora conficcata nella sua spalla e non erano certo quelle le condizioni in cui tentare un'estrazione.

L'urgenza di trovare un rifugio adeguato ben presto superò il bisogno di riposo e l'avvilimento che li opprimeva costringendoli all'apatia. L'orda di goblinoidi che si era abbandonata al saccheggio presto si sarebbe rimessa in azione e se una o più bande di razziatori li avessero sorpresi in quella radura non ci sarebbe più stato scampo per loro. Cominciarono a discutere sul da farsi, non sapevano se ci fossero altri sopravvisuti, ma in ogni caso il villaggio era distrutto, il bestiame ucciso, disperso o rubato, troppi abitanti erano morti, non aveva senso restare lì e sperare di ricostruirlo, bisognava fuggire altrove. Il pensiero dei corpi dei propri cari abbandonati al villaggio esposti al vilipendio dei goblinoidi ed a disposizione delle bestie selvatiche, senza la possibilità di una dignitosa sepoltura, tormentava i fuggiaschi; lo spirito dei caduti non avrebbe trovato pace ma non c'era altra scelta, almeno per il momento. I messaggeri che erano stati inviati avrebbero avvertito gli altri villaggi dei dintorni ma era anche necessario mettere a conoscenza le autorità di Karameikos di quanto stava avvenendo, una minaccia così grande era troppo anche se gli sparuti villaggi traladariani avessero fatto fronte comune e concentrato le loro forze per fronteggiarla. Queste almeno erano le tesi che sosteneva Pyotr e che convinsero sia Yuri che il resto dei sopravvissuti.

Così i superstiti si divisero in diversi gruppi ognuno con un proprio progetto di salvezza, chi raggiungeva dei parenti, chi si dirigeva verso Verge, chi come Pyotr verso Luln, dove aveva una cugina; Yuri, Yelena, Sasha e Dasha decisero di andare a Rifllian, alla stazione di posta elfica. Lì avrebbero avvisato gli elfi e le autorità locali di ciò che stava avvenendo e speravano anche di intercettare Pavel di ritorno da Kelvin evitandogli il rischio di cadere nelle mani dei goblinoidi.

Al momento dei commiati Pyotr si rivolse a Yuri, lo abbracciò e gli disse che forse un giorno si sarebbero rivisti, ma che ora doveva badare lui alla sua famiglia e guidare le donne a Rifllian, verso un luogo sicuro e cercare in qualche modo di ricominciare. Fu un momento commovente per entrambi. Pyotr, che non era neanche riuscito a salvare i suoi strumenti musicali, donò a Yuri una coppia di asce da lancio per difendere se stesso e la sua famiglia e gli augurò che la fortuna e la scaltrezza del corvo lo proteggessero ancora. Così si salutarono e non si incontrarono più, almeno fino ad ora.

UN NUOVO INIZIO

Yuri fu una guida abbastanza abile e lui e la sua famiglia furono in grado di raggiungere Rifllian senza ulteriori inconvenienti o incontri con bande di razziatori goblinoidi, le autorità locali furono immediatamente allertate, Dasha febbricitante fu medicata e lentamente si riprese.

La notizia della grande scorreria dei goblinoidi d'altra parte era ormai giunta anche presso altri insediamenti e la reazione delle forze di Karameikos non si fece attendere, oltre ad un contingente delle truppe del Granduca parteciparono corpi degli elfi Callarii dei Boschi di Radlebb e dei nani di Altaforgia, anche i Traladariani dei villaggi a nord dei boschi di Radlebb diedero il loro contributo come guide e milizie volontarie, la scorreria perse ben presto la sua coesione e le bande di goblinoidi che furono intercettate dalle forze di Karameikos furono distrutte o messe in fuga.

L'arginamento della scorreria goblinoide ed il rastrellamento delle colline furono operazioni che richiesero un paio di mesi ed occasionalmente non furono prive difficoltà, tuttavia ebbero un pieno successo, anche perchè i goblinoidi non erano ne interessati ne preparati ad uno scontro militare in piena regola, la loro intenzione era solo far bottino. Preferivano evitare gli scontri e quando le condizioni divennero troppo difficili e le perdite troppo alte si ritirarono.

Alcuni villaggi avevano subito la stessa sorte di Radok e del villaggio di Dasha, altri erano invece sopravvissuti e poterono continuare la loro vita di allevatori e cacciatori nelle colline boscose.

Al loro arrivo a Rifllian Yuri e la sua famiglia furono accolti dapprima al Cigno d'Argento, poi gli fu data la possibilità di stabilirsi in una baracca dismessa che cercarono di sistemare come poterono. Cominciarono a coltivare un orto nei suoi pressi e Yuri, sebbene volesse partecipare ai preparativi per l'arginamento della scorreria goblinoide capì che il suo posto era a fianco della sua famiglia che aveva bisogno delle suo supporto in questo momento di difficoltà. Cercarono di rendere più abitabile la baracca e Yuri andò a caccia nei boschi limitrofi per trovare il sostentamento per se stesso, Yelena, Sasha e Dasha.

Una settimana dopo il loro arrivo a Rifllian Dasha era quasi completamente ristabilita anche grazie alle cure dell'anziana Renna, la guaritrice del paese. Quel giorno giunse a Rifllian Pavel a cui erano giunte le notizie della grande scorreria goblin e che si era immediatamente messo in marcia per raggiungere Radok, come Yuri e Yelena avevano correttamente previsto la sua strada passava da Rifllian. Per Yuri fu un immenso sollievo riabbracciare il fratello maggiore e una grande pena dovergli raccontare quanto era accaduto, Pavel fu duramente scosso ma fu felice di ritrovare Dasha e la parte della sua famiglia superstite.

Pavel raccontò che i suoi viaggi non l'avevano mai portato molto distante da Kelvin in quel periodo di lontananza, durato poco più di un anno. Infatti a Kelvin aveva cominciato a lavorare come apprendista in una conceria ed aveva approfondito la sua conoscenza e la sua abilità nella lavorazione di cuio, pelli e pellicce, aveva i rudimenti necessari per avviare una sua attività, sebbene il mastro presso cui lavorava non lo avrebbe mai ammesso, quel che gli mancava di esperienza riteneva di possederlo come talento. Possedeva anche un piccolo gruzzolo che era riuscito a mettere da parte, non era molto, ma meglio di niente, inoltre pensava di poter coninvolgere un amico che aveva a Kelvin, anche lui apprendista da più tempo di lui presso il suo medesimo mastro e che mal sopportava il caratteraccio del vecchio conciatore. Pavel aveva insomma intenzione di stabilirsi a Rifllian ed aprire una conceria, sposare la sua Dasha e provvedere a lei e la famiglia.

Yuri supportò Pavel e nelle settimane che seguirono lo aiutò nell'avviare questa bottega per quel che gli era possibile, Pavel partì per Kelvin ancora una volta e tornò con il suo gruzzolo e la notizia che presto Igor Rutilov lo avrebbe raggiunto. Ottenne la concessione per la bottega da Prestelle, sposò la sua Dasha e mentre attendevano l'altro conciatore cominciarono ad edificare la bottega e la nuova abitazione.

Yuri però continuava a pensare a Radok ed ai resti dei loro cari in attesa di sepoltura, talvolta lo visitavano nei sogni. La campagna delle forze di Karameikos contro i goblinoidi si stava sviluppando e lui avrebbe voluto partecipare, cercare la vendetta, far rimpiangere a questi goblinoidi il giorno in cui avevano deciso di portare questa distruzione ai villaggi Traladariani delle colline; anche il Pavel che ricordava, quello precedente al viaggio ed alla permanenza a Kelvin, sarebbe stato propenso, ma questo nuovo Pavel sembrava di no, questo nuovo Pavel sembrava più interessato a ricostituire una nuova base sicura per la sua famiglia ed a mettere in funzione questa bottega. Forse perché non aveva visto il padre morire sotto il fendente di quell'orribile bugbear, forse perché era più responsabile di lui ed adempiendo al suo inatteso ruolo di capo famiglia il primo dovere era provvedere al sostentamento ed alla sicurezza dei suoi cari; ma Yuri non poteva non notare che l'idea della bottega lo entusiasmava, i sogni della futura bottega avevano nella sua mente e nei suoi discorsi uno spazio ed un'importanza maggiore dei ricordi di Radok e di tutto ciò che comportava, probabilmente era un'aspirazione che aveva cominciato a mettere radici nella sua mente nel corso dell'anno passato e che ora poteva essere realizzata venendo per di più incontro alle esigenze della sua gente, almeno quella ancora viva. Quando questo entusiasmo traspariva troppo apertamente lo offendeva, talvolta Yuri aveva l'impressione che per il fratello il disastro che aveva colpito la sua famiglia ed il suo villaggio era stato solo un contrattempo doloroso che però gli aveva dato l'opportunità di realizzare i suoi progetti.

Quando Igor si presentò al villaggio con i suoi averi sul suo mulo la bottega era quasi ultimata e Pavel stava cercando di procurarsi le prime commissioni ed il primo cuoio da lavorare. Igor portò con se altro entusiasmo, la sua abilità e le sue conoscenze e tutto sommato si trovò a suo agio nella collaborazione con Pavel. La società sembrava funzionare, versò la sua parte per sostenere le spese della bottega e cominciò a collaborare attivamente al progetto.

Igor però aveva anche un atteggiamento prevenuto contro i Thyatiani, non gli andavano a genio. Pavel non ci faceva troppo caso, non gli interessava particolarmente quel lato del carattere di Igor e quando era necessario sorvolava su certe sue affermazioni cambiando discorso appena possibili, Yuri invece si incuriosì degli aneddoti che raccontava sulla sua famiglia negli anni che furono, di come i suoi avi parteciparono alla resistenza contro i Thyatiani e di come questi fossero stati crudeli nel reprimere le rivolte ed avidi nell'impossessarsi delle terre e delle risorse Traladariane. Forse qualche volta esagerava o inventava perché in alcune occasioni Yuri aveva avuto l'impressione che certi particolari fossero diversi da come erano stati raccontati precedentemente, ma nel complesso era persuaso che la popolazione Traladariana avesse subito un grave torto secondo la sua narrazione. Igor aveva diversi anni più di Pavel ed alternava momenti di allegria ed affabilità ad altri in cui era stizzoso e scorbutico, era affidabile sul lavoro, meno per il rapporto con la clientela, specie se evidentemente Thyatiana. All'inizio questo atteggiamento fu un problema perché mentre le ultime forze dei goblinoidi venivano inseguite e ricacciate sulle montagne le truppe di Karameikos mantennero una presenza stabile a Rifllian, inoltre durante l'inverno che seguì e la primavera e l'estate successive pattuglie passarono spesso dal paese e plotoni ci si stabilirono sporadicamente per qualche tempo. I lord comandanti ed i sergenti dell'esercito di Karameikos erano quasi tutti Thyatiani ed anche molte delle truppe lo erano, ma fortunatamente non ci furono incidenti degni di nota.

VORAN IL RANGER

Con l'affermarsi della conceria di Pavel ed Igor il ruolo di Yuri fu quello del cacciatore. I due conciatori, con l'aiuto anche di Dasha si occuparono del lavoro artigianale, mentre Yelena e la sorellina Sasha si occuparono dell'orto e dei polli che cominciarono ad allevare. Il compito di Yuri fu quello di procurare la carne e le pelli. Ovviamente i due conciatori lavoravano soprattutto su commissioni e potevano anche acquistare cuoio e pelli sul mercato ma se Yuri era in grado di portare qualcosa in più erano in grado di vendere qualcosa in proprio e ricavarne un margine di guadagno superiore.

Igor abitava in una sua piccola casa ai margini del villaggio, mentre tutta la famiglia di Yuri stava in una casa nei pressi della bottega.

Yuri ebbe dunque la possibilità di vivere nei boschi e di cacciare, che era la cosa che preferiva e che lo faceva sentire più a suo agio. Quando non era caccia aiutava il fratello ed Igor per come poteva o la madre Yelena nell'orto. Con il tempo aumentò il raggio d'azione nelle sue spedizioni di caccia, per lo più solitarie, qualche volta si fermò anche a bivaccare nei boschi. Così circa un paio di mesi dopo il loro insediamento a Rifllian, quando l'inverno si cominciava a fare più rigido ed i goblinoidi si erano ormai pressoché ritirati totalmente convinse Pavel a tornare a Radok per recuperare i resti dei loro familiari, portando con loro il mulo di Igor.

Fu un viaggio penoso, con molti gravosi silenzi, entrambi avevano un'aria lugubre e quando giunsero a Radok fu duro per loro avventurarsi nei resti del villaggio bruciato ed abbandonato. Qua e là biancheggiavano le ossa dei resti di alcuni degli abitanti. Per Yuri non fu difficile trovare quelli di Ilya, per Katya ci misero di più, dovettero cercare a lungo e la riconobbero per un particolare dei resti delle vesti. Non fu invece possibile trovare il piccolo Misha. Restarono anche un altro giorno per cercarne i resti, ma non li trovarono. Decisero che una bestia selvatica lo aveva trascinato chissà dove per divorarlo.

Caricarono il mulo con dei sacchi di iuta che contenevano le spoglie dei familiari che avevano trovato ed il giorno seguente si misero in viaggio per Rifllian. Sia Pavel che Yuri erano assorti, silenziosi e meditabondi. Yuri sentiva la rabbia che covava dentro di sè ed il dolore della perdita soffocato fino al ritorno a Radok era riemerso in quell'occasione in tutta la sua intensità. Solo quando giunsero nei pressi di Rifllian parlarono di nuovo, se non altro per stemperare la tensione che ormai era divenuta quasi palpabile e liberarsi di quell'atmosfera che li opprimeva, così Yuri raccontò di quel giorno fatale in particolari che fino ad allora aveva taciuto al fratello. Anche Pavel era provato.

Una volta raggiuto Rifllian seppellerono i loro resti secondo la consuetudine in una cerimonia a cui partecipò anche il resto della famiglia.

Questo evento dette a Yuri la sensazione che si era concluso un ciclo anche se continuava ad interrogarsi sulle sorti del fratellino Misha, come del resto facevano anche gli altri, soprattutto la madre Yelena. In ogni caso le visite nei sogni cessarono.

Yuri si dedicò più liberamente alla vita del cacciatore nei boschi. A lui piaceva girovagare per i boschi, cacciare, seguire le piste degli animali e degli altri abitanti delle terre boscose. Spesso da solo, raramente accompagnato da Pavel o da altri occasionali cacciatori di Rifllian e dintorni. Quando si trovava in paese ed era libero da altri impegni gli piaceva passare del tempo ad ascoltare Igor che oltretutto gli insegnò anche a leggere e scrivere o addestrarsi all'uso delle armi con Igor o Souane, una prorompente barbara che viveva a Rifllian, imprevedibile ed irruenta ma anche valorosa e leale. Talvolta capitò anche che lo accompagnasse a caccia.

Il paese era piccolo ed i suoi abitanti e frequentatori non erano numerosi, fra gli altri i più singolari erano i 2 elfi Qendar e Kiveal e l'enigmatico monaco Hurik che talvolta lasciava il suo misterioso monastero per passare a Rifllian qualche giorno. Con loro Yuri stabilì un curioso rapporto. Queste individualità un pò eccentriche lo attiravano, questo perchè in fondo sentiva che Rifllian poteva essere una base sicura, un luogo in cui la sua famiglia ed i suoi affetti potevano piantare le radici e ricominciare ma che lui non riusciva a chiamare casa. Questo gruppo sentiva che aveva un potenziale, sentiva che anche per loro Rifllian era stretto e che presto o tardi avrebbero cercato qualcosa di diverso, qualcosa di più. Così come sentiva che doveva fare lui.

Per ora però questo suo lato inquieto trovava conforto nell'esplorazione dei boschi e delle terre circostanti, questo vagabondare a cui indulgeva nelle sue spedizioni di caccia lo metteva in contatto con qualcosa di profondo che sentiva di avere dentro di sè.

Due anni dopo la grande razzia dei goblin e la reazione delle truppe di Karameikos, piccole bande di goblinoidi tornarono ad affacciarsi sporadicamente in quelle terre. Niente di paragonabile al grande evento che aveva portato alla distruzione di Radok, erano più che altro bande di esploratori e ladruncoli che cercavano qualche buon colpo. Talvolta Yuri riusciva a mettersi sulle tracce di uno di questi gruppi e li seguva, qualche volta riusciva anche ad avvistarli e meditava un attacco che però non avvenne mai. Almeno finchè un giorno d'estate non gli si presentò un'occasione decisamente favorevole. Aveva raggiunto un gruppo di scorridori, una mezza dozzina di hobgoblin ed una decina di goblin, tuttavia uno di questi hobgoblin era rimasto isolato dal gruppo per dei bisogni fisiologici, era pomeriggio inoltrato e la luce del sole filtrava fra le foglie delle querce, in lontananza si udiva il resto del gruppo parlare nel loro odioso ed incomprensibile linguaggio mentre questo hobgoblin dalla peluria di un arancione pallido era nei pressi di un tronco di quercia e dava le spalle a Yuri. Preso da un'improvvisa determinazione cominciò ad avvicinarsi lentamente, scivolando silenziosamente nel rado sottobosco, la sua mano stringeva una delle asce che Pyotr gli aveva donato; giunto a 6 metri circa dall'hobgoblin questi cominciò a muoversi essendosi liberato delle sue urgenze ed in quel momento Yuri lanciò la sua ascia, si era addestrato molto a lanciare a quella distanza ed aveva sviluppato una certa abilità e precisione. L'ascia sibilò verso la testa dell'hobgoblin che udendo quel suono si girò di scatto, sgranò gli occhi per la sorpresa, la sua mano corse all'elsa della sua spada e la malvagia bocca si spalancò per urlare, tuttavia l'ascia si conficcò in profondità con un suono secco fra lo sterno e la gola dell'hobgoblin che dalla bocca emise solo un'osceno gorgoglio. Le mani afferrarono l'ascia, ma in quel momento le forze gli mancarono e si accasciò al suolo, emettendo un secondo suono a metà fra un urlo smorzato ed un gorgoglio, quanto bastava però per allertare il gruppo più avanzato dei suoi complici. Yuri non si preoccupò di recuperare l'ascia, fuggì immediatamente da quel cadavere in preda ad un sentimento misto di esultanza, soddisfazione, orgoglio e paura. Aveva compiuto un atto di vendetta, era giusto fargliela pagare a quelle creature crudeli per tutte le loro malefatte, inoltre questo gli avrebbe insegnato a non spingersi così vicino a Rifllian, tuttavia ora era importante non farsi scovare dai soci dell'hobgoblin che con tutta probabilità lo stavano cercando. Si fermò, cominciò a muoversi con più cautela ed a cancellare le proprie tracce. I goblinoidi quel giorno non si videro, era riuscito a sfuggire.

Da quel giorno fece più attenzione ai suoi armamenti ed al suo equipaggiamento, oltre che dell'arco corto da caccia e dell'ascia da lancio superstite si dotò anche di una lancia e di un'armatura di cuoio di daino rinforzata con rivetti di metallo ed il suo vagabondare nei boschi lo considerò non solo un modo per cacciare e contribuire quindi all'economia familiare, ma anche un esercizio di pattugliamento dei boschi per proteggere la sua comunità.

Fu durante una di queste escursioni a metà fra la caccia ed il pattugliamento che giunse in una radura nascosta, il bosco si stendeva ai piedi della ripida parete di una collina declinando in un'area in cui gradatamente lasciava il posto ad un intricato groviglio di rovi ed agrifoglio.

Approfittando di quella che riteneva essere una pista ricavata da un cinghiale, che gli permise di attraversare quest'area impervia, raggiunse la radura in cui si trovava un piccolo stagno alimentato da una cascatella che scendeva vivace dalla parete rocciosa della collina. La parte dello stagno più lontana da essa era coperta di ninfee ed un ciliegio solitario cresceva ai suoi margini. Yuri si mosse con circospezione verso lo specchio d'acqua sentendosi però toccato dalla quieta armonia e dalla sottile aura d'incanto primordiale che quel luogo emanava. La radura appariva vuota, si udiva solo il suono della cascatella che si tuffava nello stagno, il canto degli uccelli del bosco ed il ronzio di qualche insetto, tuttavia Yuri aveva l'inspiegabile sensazione di non essere solo; quando raggiunse lo stagno si sedette ai piedi del ciliegio per rilassarsi ai bordi dello stagno, distese le gambe e si appoggiò con la schiena al tronco dell'albero, bevendo qualche sorso d'acqua dall'otre che aveva preso dallo zaino adagiato al suo fianco. La cascatella sul lato opposto dello stagno diffondeva un'incessante cantilena nella tiepida radura, le foglie del ciliegio frusciavano mosse da un vento gentile creando una danza di ombre e luci sull'erba circostante, Yuri osservava la parete rocciosa e lo spettacolo della cascatella che si precipitava lungo essa fin dentro lo stagno generando talvolta rivoli secondari che si riunivano poi al flusso principale, su alcune rocce della parte era cresciuto un muschio che la decorava con le sue infiorescenze violacee.

Mentre era assorto in questa contemplazione e già sentiva un placido torpore impossessarsi del suo corpo e della sua mente gli sembrò di percepire un movimento nei pressi del ciliegio con la coda dell'occhio. Balzò in piedi e trovò innanzi a se una bellissima fanciulla, bianca come un fiore di ciliegio, gli occhi verdi come le tenere foglie primaverili, una cascata di capelli biondi le scendeva fin sopra le spalle come seta ed era cinta sulla fronte da una corona di rametti intrecciati con fiori di ciliegio, una leggera semplice veste verde decorata da sottili disegni geometrici bianchi e violetti copriva la sua esile ed armoniosa figura. Sorrideva divertita mentre lo osservava, le labbra color di ciliegia e Yuri non si spiegava da dove potesse essere arrivata per sorprenderlo in tal modo.

Voleva parlare ma non ci riusciva, gli sembrava che avrebbe potuto rompere quell'incantesimo che l'aveva fatta apparire, una trama così sottile e delicata che qualsiasi brusco rumore o movimento maldestro avrebbero potuto infrangere e non voleva che fuggisse, era bloccato e la osservava, rapito.

Kraneia

Non seppe quanto tempo rimase così, finché non fu lei ad interrompere il silenzio con la sua voce argentina, sembrava che cantasse in una lingua sconosciuta ma che lui era in grado di comprendere. Si chiamava Kraneia e viveva nel ciliegio. Rimasero insieme per un periodo indefinito di tempo, i ricordi che Yuri ebbe in futuro di quel lasso di tempo erano vaghi e sfumati, fu un periodo di delizie, di miele e fiori di ciliegio. Lui amava Kraneia e lei amava lui. Non si era mai sentito così felice ed appagato.

Quando si risvegliò all'alba presso il ciliegio dello stagno non più in compagnia del suo amore Kraneia pensava di aver passato il resto del giorno precedente e la notte seguente con lei ed era ormai tempo di tornare di a Rifllian. Non sapeva dove fosse andata, ma aveva più la sensazione che il ricordo di essersi accomiatato da lei promettendogli di tornare. Si mise in viaggio verso Rifllian, era affamato ma il ricordo della suo canto argentino, del suo fresco alito di ciliegia, della sua pelle tenera come la primavera non gli facevano sentire la fame.

Quando raggiunse Rifflian scoprì che era stato assente 2 settimane ed ormai quasi tutti lo davano per morto. Pavel ed Igor insieme ad altri di Rifflian avevano anche battuto il bosco i giorni precedenti per cercarlo ma non erano riusciti a trovarlo. La sua famiglia fu felice di riabbracciarlo e fecero anche finta di credere al racconto che gli offrì come spiegazione non essendo in grado di ricavare altra risposta alle loro domande. Per qualche ragione Yuri riteneva imperativo mantenere il segreto sull'esistenza di Kraneia e sull'ubicazione della radura del ciliegio. Raccontò che aveva seguito una banda di goblinoidi fin dentro una valle dei monti Cruth prima di tornare a casa, inserendo dove necessario particolari ricavati da precedenti avvistamenti per risultare più convincente.

Per il resto dell'estate e dell'inverno che seguì incontrò ancora Kraneia nel segreto ma non si assentò più dal villaggio per un periodo così lungo, fu un favore che chiese a Kraneia e che lei gli concesse.
Per quanto fosse bella e desiderabile in estate e perfino in inverno nulla l'aveva preparato alla sua bellezza di primavera. Sentiva i fiori di ciliegio germogliare dentro di se.
Si recava alla radura del ciliegio solo quando era nei boschi da solo ed era certo di non essere seguito, ormai conosceva la via per la radura e poteva raggiungerla in poco più di mezza giornata di cammino.

In quella primavera durante una delle sue visite alla radura si mise in attesa che Kraneia si manifestasse come al solito, muovendosi leggera e silenziosa con i piedi nudi che sembrava accarezzassero l'erba. Quel giorno però invece della bella Kraneia emerse silenziosamente dall'intricata macchia di rovi ed agrifogli un vegliardo. Lo vide avvicinarsi rapidamente e silenziosamente, muovendosi in quel groviglio senza impedimento, come se le piante stesse lo lascessero passare e nonostante la usa età avanzata il suo incedere era agile e sicuro. I suoi lineamenti sembravano scolpiti nella pietra nonostante una folta barga grigia e delle folte sopracciglia nascondessero gran parte del suo volto, lo sguardo severo ma in qualche modo rassicurante e magnetico. Quando raggiunse l'attonito Yuri che in piedi a fianco del ciliegio stringeva la lancia, lo scrutò per un lungo minuto, Yuri si sentì esaminato da uno sguardo che poteva leggere il suo spirito come Igor leggeva le pergamene, nulla poteva essere nascosto al suo occhio, almeno questa era l'impressione che lui ebbe in quel momento.

Filin

Quell'uomo inquietante e straordinario si presentò con una voce il cui suono ricordava i rami che scricchiolano al vento e disse di chiamarsi Filin ed era interessato a lui. Gli spiegò che Kraneia era una driade, una delle rare fate di questo tipo che ancora vivevano nel bosco di Radlebb ed i suoi dintorni e che se una driade affascina un umano è per portarlo via per sempre attraverso l'albero nel mondo delle fate. Questa volta però non era accaduto, lei lo aveva lasciato libero di andare e tornare a piacimento e questo rendeva Yuri in qualche modo speciale agli occhi di Filin. Egli disse di essere un druido, un sacerdote dell'antica religione, custode dei boschi e guardiano dell'equilibrio.

Da quel giorno cominciò il rapporto di Yuri con Filin che lo iniziò ad una comprensione più grande e più profonda della natura, si incontravano nei boschi e l'allievo apprezzava gli insegnamenti del saggio tutore che imparò a rispettare e ad ascoltare. Al principio Filin intendeva fare di Yuri un iniziato druidico nonostante fosse personalmente contrario a prendere nuovi iniziati perché ormai vedeva l'antica religione affievolirsi in quelle terre, i nuovi dei stavano prendendo il sopravvento, in particolare dopo il consolidamento del Granducato di Karameikos e reputava questo cambiamento progressivo, inesorabile ed irreversibile. Quando scoprì l'eccezionale rapporto di Yuri con la driade che non aveva precedenti di cui lui o altri membri del circolo si ricordassero lo considerò un segno e volle prendere in considerazione la possibilità di iniziare quel giovane ai misteri del druidismo. Tuttavia dopo qualche mese il suo atteggiamento in proposito cambiò nuovamente, per qualche motivo non volle fare di lui un druido; forse il circolo druidico si espresse sfavorevolmente o forse comprese più a fondo la natura di Yuri e lo considerò troppo legato al mondo umano, oppure la consapevolezza del tramonto del druidismo ebbe nuovamente la meglio sulle sue intenzioni. Nessuno può vantarsi di conoscere o capire completamente un druido.

Yuri aveva goduto di un'iniziazione parziale ed aveva acquisito e stava acquisendo una comprensione profonda e mistica della natura, ma il suo sentiero si era delineato come quello di Zirchev, il cacciatore, il ranger. Come segno di questa consapevolezza e della determinazione a seguire questa via accolse il suo soprannome Voran come il nome che lo identificava e si fece chiamare così da tutti quelli che lo conoscevano. Questo mutamento interiore in seguito agli insegnamenti di Filin cambiò anche il suo rapporto con Kraneia. Sentiva ancora di amarla ma gli incontri con lei si fecero progressivamente più sporadici nei due anni successivi, sentiva di essere più il suo custode che il suo amante ed il potere che lei aveva su di lui era diminuito, la diversità della loro natura si fece più evidente. La radura del ciliegio solitario rimase nel suo cuore come il luogo della serenità e delle delizie ma ora si sentiva legato più al suo mondo che a quello delle fate.

Talvolta era piacevole passare del tempo nella radura del ciliegio, altre volte incontrava Filin per ricevere da lui conoscenza e saggezza e si proponeva a lui come un utile collaboratore, contribuiva ancora, sebbene in maniera meno intensa, allo sviluppo della conceria di famiglia, si allenava all'uso delle armi con Igor e con lui imparava anche a leggere, scrivere ed i racconti della tradizione Traladariana. Talvolta cercò di coinvolgere gli altri spiriti inquieti di Rifllian, cioè la poderosa Souane, il misterioso monaco Hurik ed i due elfi Quendar e Kiveal in spedizioni per dar la caccia a presunti sconfinamenti di bande di goblinoidi.

Con se aveva sempre il feticcio con le piume di corvo affinché gli portasse fortuna ed acuisse la sua scaltrezza, inoltre dopo gli insegnamenti di Filin aveva sempre con se anche del vischio o dell'agrifoglio, possibilmente proveniente dalla radura del ciliegio solitario, perché lo aiutassero nella meditazione e nella comprensione profonda della natura e degli eventi che le avventure per cui si sentiva ormai pronto avrebbero portato.

Posted on 23 Ottobre 2023 in Avventurieri by Conner Quickglide
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Comments on 'Voran' (3)

  1. […] che non avrebbe potuto affrontare un altro scontro o una qualche altra situazione di pericolo. Voran si carica Liziano sulle spalle e la compagnia esce finalmente dal sotterraneo. Una volta fuori a […]

  2. […] problema per gli avventurieri ora era quello di uscire da quel luogo. Voran aveva visto delle ombre muoversi ed allontanarsi dalle statue ma non sapeva dire dove queste adesso […]

  3. […] Voran guidava il gruppo attraverso la foresta pietrificata. Gli alberi, un tempo rigogliosi, si ergevano ora come spettri di pietra grigia, silenziosi testimoni di un antico maleficio. Il fitto intreccio dei rami e delle foglie pietrificate creavano una sorta di alto soffitto sopra le loro teste impedendo alla luce del giorno di illuminare a dovere il loro cammino avvolgendo tutto in una costante penombra. Accanto a lui Souane avanzava con passo sicuro, il suo spadone stretto in pugno. Quando poteva aiutava il compagno a seguire le tracce dei Worg in fuga. Dopo che Seebo aveva lanciato la sua Palla di Fuoco uccidendo tutta la pattuglia goblin, avevano lasciato Chesnock, il lupo di Voran, a guardia dei loro cavalli e la compagnia si era messa subito in marcia. I Worg che erano sopravvissuti alla magia dello gnomo forse li avrebbero condotti al covo dei Teschio di Lupo. […]

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